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Primo Foro Nazionale sui Rifiuti Solidi Urbani

Con la partecipazione di 16 province, si conretizzò a dicembre 2009 il Primo Foro Nazionale sui Rifiuti Solidi Urbani, convocato dalla Cooperativa di Recuperatori e Riciclatori Urbani “Padilla”, la Associazione Sindacale dei “Cartoneros”(recuperatori) Indipendente della Repubblica Argentina (ASCIRA) e la Segreteria di Ecologia e Ambiente della Centrale dei Movimenti Popolari (CMP).

Cartoneros de Buenos Aires

Cartoneros de Buenos Aires

Durante le due giornate si è trattato il problema dei Rifiuti Solidi Urbani, a partire dal lavoro e la costituzione nei quartieri di un ambiente sano per tutta la comunità, dimostrando che questa attività, storicamente marginalizzata e considerata denigrante per gran parte della nostra società, è stata durante molto tempo il sostento principale di vari nuclei oligopolistici economici a discapito della grande maggioranza. Come esempio, basta sapere che attualmente il cartonero riceve 200 pesos per ogni tonnellta di carta che vende, però l’impresa che commercializza la stessa tonnellata riceve non meno di 780 dollari, incorporando un valore aggregato basico. Qualcuno ha lucrato molto, mentre questi lavoratori sono stati sempre più maginalizzati.

Come è stato segnalato nel Foro “questi servitori publici li conosciamo anche come cirujas (pesone che lavorano con le mani), bottelleros (persone che raccolgono bottiglie), carreros (persone che usano un carretto) e quemeros (persone che bruciano immodizia)”. Essi rappresentano una delle pincipali manifestazoni di strategie di sopravvienza dei settori popolari esclusi dalle politiche dei governi neoliberali, e che a partire di questa attività hanno resistito a perdere la propria condizione di lavoratori. La pratica lavorativa dei “recuperatori informali di rifiuti solidi urbani” data secondo la rivista “Caras y Caretas” dal 1870.

In questi ultimi anni, come prodotto della crisi del 2001 e come effetto della forte presenza nelle stade dei conglomerati urbani, i cartoneros si trasformano in soggetto “visibile”, e cominciano a essere contenplati dalle politiche di gestione dei rifiuti domestici, che come nel caso della parte inorganica (carta, cartone, latine, vetro, plastica) si può riciclare.

Anche se la legislazione vigente, in città come nella regione di Buenos Aires, “riconosce il lavoro del cartonero”, ancora è insufficente l’intervento dello stato al fine di integrarlo lavorativamente e socialmente, come parte di una distribuzione della ricchezza giusta ed equa.

Questo intervento permetterà, inoltre, che le risorse dello stato municipale – che nella zona metropolitana di Buenos Aires implica destinare tra il 30 e il 40 % del totale dei suoi bilanci a essere contrattati dalla imprese di recupero dei rifiuti - fossero applicati a politiche itegrali che genererebbero posti di lavoro, dando soluzione a seri problemi ambientali e sanitari.

L’attività del recupero e il riciclaggio ha dimostrato essere una alternativa ambientale sosteniile, che permette minimizzare importanti volumi di rifiuti domestici, che altrimenti avrebbero come destinazione le discriche che getiona il CEAMSE e che oggi sono al collasso. Inoltre, il riciclaggio della plastica permette un importante risparmio nel consumo di petrolio, energia che sta scarseggiando in tutto il mondo.

Un Ruolo Sociale

Durante le due giornate nelle quali si è svolto il Foro, si sono trattati temi come: “contaminazione, cambio climatico, ambiente e salute”, “la gestione integrale dei rifiuti solidi urbani (GIRSU)”, “espeienze degli attori informali (cartoneros), i recuperatori e reciclatori urbani organizzati”, “la generazione del lavoro dignitoso a partire dalla separazione in origine. Campagne Comunicazionali di coscientizzazione ambientale e Programmi di Raccolta Differenziata nei quartieri”, e “ aspetti economici-produttivi della catena dei valori del riciclaggio. La autogestione dei lavoratori in questi processi”.

Si è anche presentato il progetto PRRI – Sistema Regionale di Riciclaggio Industriale / Conformazione delle Unità di Produzione nei Quartieri, e Unità di Produzione Regionale”, elaborato nella Centrale dei Movimenti Popolari. Le riflessioni di tutte le esperienze esposte dimostrano l’orgoglio, per molti, di essere cartoneros, consapevoli del ruolo sociale di questo compito, oltre che la estrema necessità che li ha spinti a superare la denigrazione alla quale molti li associano.

Per quanto riguarda il lato tecnico, bisogna essere consapevoli che l’interramento dei rifiuti, oltre che far perdere un importante capitale economico, porterà in poco tempo – due anni nella regione di Buenos Aires – alla mancanza di spazio dove metterli. E’ necessario anche considerare che, nel modo in cui è fatto oggi, è un altissimo contaminante e distruttore dei nostri terreni, con l’aggravante della proliferazione delle nueve e sconosciute malattie nella zona dove si interrano i rifiuti.

Questo primo Foro Nazionale su Rifiuti Solidi Urbani ha confermato che tutti i rifiuti sono riciclabili e riconvertibili in materie prime con un 98% di purezza per il riutilizzo industriale, dimostrando che i rifiuti solidi (carta, cartone, metallo, plastica, vetro) già si trasformano in beni di uso e, i rifuiti umidi, sono fertilizzanti naturali per i nostri terreni, eliminado la contaminazione, migliorando la nostra salute futura e, fondamentalmente, minimizzando totalmente la necessità di spazi, che già non ci sono, per interrarli.

La partecipazione del Governo Nazionale come sponsor attraverso l’INAES (Istituto Nazionale di Economia Sociale), la Commissione Nazionale di Terra per l’Habitat Sociale, e la Segreteria di Cultura Nazionale, e del Governo Provinciale attraverso della Segreteria dell’Ambiente, permete affermare la sua volontà espressa di impulsare questa metodologia. Considerando anche il recente lancio del Piano “Argentina Trabaja” (Argentina Lavora) attraverso il sistema corporativo di lavoro, tutto fa pensare che, prima di quello che pensi, migliaia o milioni di argentini impegnati in questa attività, potranno contare con un lavoro in regola, apporti pensionistici e prevenzione sanitaria, consolidando così la premessa di redistribuzione della ricchezza che viene profondizzata giorno dopo giorno a beneficio dei meno protetti della società.

Per chi ha potuto aprofittare di questae giornate, rimane la consapevolezza di aver visto e comprovato come i margnati per le politiche nefaste della storia argentina, hanno superato questa discriminazione e si sono convertiti in un vero e proprio esempio di lotta, basato sulla cultura del lavoro fino al proprio progresso e a beneficio di tutta la società.

Pubblicato da FONARSU, lunedì 21 di dicembre del 2009


Il(la) Traduttore(trice) Volontario(a) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che ha collaborato con la traduzione di questo testo è

Francesco Venturin volontario AIH-SVE Argentina

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