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Padova, Italia, Il coordinatore IAI incriminato per aver difeso una famiglia dallo sfratto, appello alla mobilitazione internazionale

Il Tribunale di Padova, Italia, ha convocato in giudizio Cesare Ottolini, coordinatore globale IAI, accusato di "violenza privata aggravata" per aver difeso, con successo, una famiglia di immigrati dallo sfratto dalla loro casa, una delle tante famiglie che ha difeso in 40 anni di lotta per il diritto alla casa nella sua città e in tutti i continenti. Appello alla mobilitazione internazionale.

Cesare rischia 4 anni di carcere per aver supplito alla latitanza del sindaco e del governo italiano rispetto alle loro obbligazioni legali, nazionali e internazionali, di fronte allo strapotere delle banche.

Le accuse, inconsistenti perché non c'è stata nessuna violenza, se non quella contro la coppia e i loro figli minori sotto sfratto, sono del tutto ingiuste e sottolineano la criminalizzazione crescente dei movimenti di lotta per il diritto alla casa in Italia e a livello internazionale.

La IAI e l'Unione Inquilini, di cui Cesare fa parte, si sono subito mobilitati e sono già numerose le attestazioni di solidarietà arrivate.

Vi terremo aggiornati e comunicheremo a breve come manifestare la vostra solidarietà.

Potete leggere qui sotto l'appello lanciato da Ottolini alla notizia della sua incriminazione.

Contatto: solidarieta.cesare@habitants.org

 

Una denuncia, mille denuncie, non mi faranno mai tacere e non smetterò mai di essere solidale! Nessuno di noi si fermerà!

Cari compagni,

Vi informo che dovrò comparire di fronte al Tribunale di Padova perché sono accusato di "violenza privata aggravata". Secondo il Giudice avrei violato l' art. 610 del Codice Penale (pena fino a 4 anni di reclusione) con l'aggravante dell'art. 61, comma 10 del Codice Penale, perché avrei commesso violenza contro un pubblico ufficiale.

Di cosa si tratta?

Il 13/09/17 ho partecipato assieme ad altri compagni a un'iniziativa di solidarietà organizzata dall'Unione Inquilini in appoggio a una famiglia di origine algerina con due figli minori, sotto sfratto perché non riusciva a pagare il mutuo alla Banca.

L'iniziativa, assolutamente pacifica, consentì alla famiglia di restare nella sua casa e di aprire un dialogo con il Comune di San Martino di Lupari, la Prefettura di Padova e con la proprietà per trovare soluzioni rispettose dei diritti umani. Invece, chi era incaricato di sfrattare la famiglia per vendere a maggior prezzo l'alloggio pignorato dalla Banca, non ha gradito e mi ha denunciato.

L'iniziativa di solidarietà è stata dunque del tutto legittima ed efficace, perché ha impedito la violazioni dei diritti umani di questa famiglia, ratificati  dall'Italia (Legge n. 881 del 1977), in particolare il diritto alla salute, che dovrebbe essere tutelato dal Sindaco come previsto dalla Legge n. 833 del 1978.

In altre parole, sono accusato per aver svolto una funzione costituzionale riconosciuta a tutti i livelli, incluso dalla Relatrice Speciale ONU sul Diritto alla casa e dal Relatore Speciale Onu sui Difensori dei Diritti Umani.

Sulle spalle ho più di 40 anni di attività in difesa del diritto alla casa nella mia città, in particolare degli sfrattati, quasi 30 a livello internazionale, inclusi 15 anni di Campagna Sfratti Zero con l’Alleanza Internazionale degli Abitanti, 

7 anni nel Gruppo Consultivo ONU Habitat  sugli Sfratti, e 7anni nel Tribunale Internazionale degli Sfratti: sono stati anni di battaglie, che hanno visto contrapposizioni forti con la controparte e le forze dell'ordine, da Padova a Roma, da S. Pietroburgo a Mosca, da Porto Alegre a Nairobi, da Madrid a Barcellona, da Hong Kong a Taiwan e a Guayaquil, solo per ricordarne qualcuna.

Non sono il primo né, purtroppo, sarò l'ultimo. Ma è la prima volta che sono accusato di questo "crimine".

Che dire? 

E' un fatto gravissimo che deve allarmare tutti, non solo per l'attacco personale, ma soprattutto perché è un attacco che vuole criminalizzare la solidarietà per gli sfrattati, a tutti livelli.

Perciò lancio un forte grido di allarme a voi tutti, compagni e amici che siete la mia grande famiglia per rilanciare la battaglia per sfratti zero e contro la criminalizzazione delle lotte.

Questa denuncia, mille denuncie, non mi faranno mai tacere e non smetterò mai di essere solidale! Nessuno di noi si fermerà!

Restando in attesa dei vostri commenti e proposte, ciao in solidarietà e, come sempre senza violenze, Sfratti Zero!

Cesare

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