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Le abitazioni delle baraccopoli tra le speculazioni più lucrative di Nairobi

Di GATONYE GATHURA, 22 dicembre 2008, Daily Nation

Secondo un rapporto di UN-Habitat, i proprietari degli immobili riusciranno ad avere un rientro dei costi di costruzione in 10 mesi.

Secondo un rapporto di UN-Habitat, essere proprietari di un’abitazione in affitto è una delle attività più redditizie della città.

Nel solo 2004, gli affittuari di queste abitazioni povere hanno corrisposto ai proprietari 2,35 miliardi di Scellini, ma i proprietari non sono stati disposti a reinvestire le ingenti somme per migliorare la qualità delle case.

Kibera, il più grande quartiere povero di Nairobi, rappresenta quello più redditizio, ma c’è da dire che gli altri non sono da meno.

Secondo lo studio dell’UN-Habitat, il costo di edificazione di una stanza singola è pari a circa 13.000 Scellini. La stessa stanza può essere affittata a circa 1.300 Scellini al mese, il che significa che un investitore può riuscire ad avere un rientro dell'investimento iniziale in 10 mesi.

Sempre secondo il rapporto delle Nazioni Unite, “sembrerebbe proprio che gli alloggi abusivi rappresentino attualmente l'investimento più redditizio in Kenya”.

Un altro studio, denominato “Proprietà immobiliare nei bassifondi: La difficile questione del mercato degli affitti di Nairobi - scarsa qualità e alti canoni - e sue implicazioni", condotto prima di gennaio ma pubblicato in “Science Direct” lo scorso luglio, giunge a conclusioni simili.

Ad ogni modo, esso sostiene che il periodo di rientro economico sia due volte maggiore di quello dichiarato dal rapporto dell’UN-Habitat.

Un team condotto dal Prof. Sumila Gulyani della Columbia University di New York, USA, ha portato avanti uno studio su 1.755 abitazioni dei bassifondi di Nairobi e ha dichiarato che l’attività era sì lucrativa ma non così redditizia come sostenuto dal rapporto delle Nazioni Unite.

Gulyani ha condotto la ricerca per conto della World Bank.

Il ricercatore ha detto che “il periodo di recupero dell’investimento per una stanza singola sarebbe due volte superiore a quello indicato dal rapporto delle Nazioni Unite ma che, nonostante ciò, rappresenta comunque un'attività molto redditizia”.

Lo studio ha dichiarato che la maggior parte delle abitazioni di Kibera erano illegali, di scarsa qualità e sovraffollate. Tuttavia i canoni di affitto rimanevano elevati.

“Diversamente da quanto accade in molte altre città del mondo, un incredibile 92% dei residenti dei bassifondi è rappresentato da affittuari regolari e non da "squatter" che hanno le loro parti" ha aggiunto Gulyani.

Il paradosso della situazione di Kibera è dovuto alla corruzione che ha dominato l’assegnazione dei diritti all’edificazione. Negli anni ’80, la terra di questa zona venne assegnata ai dipendenti statali e ai funzionari dell’amministrazione provinciale attraverso il clientelismo politico.

Uno studio del 2002 delle Nazioni Unite che ha preso a campione 120 proprietari immobiliari, ha scoperto che il 41% di essi erano dirigenti statali, il 16% erano politici e che il 42% erano proprietari assenti "che visitavano Kibera occasionalmente".

“Solo una manciata delle abitazioni appartenevano a persone che vivevano nei bassifondi” ha dichiarato il rapporto.

Questa situazione era dunque molto diversa da quella di Mathare e di Pumwani dove i proprietari “vivevano in maniera più o meno simile a quella dei loro affittuari e avevano un forte interesse a curare la comunità e a migliorarla", dichiara il rapporto.

Foto: I bassifondi Kibera di Nairobi. Uno studio condotto da UN-Habitat sostiene che le abitazioni di questi bassifondi rappresentano, tra tutte le attività imprenditoriali della città, quelle con il maggior ritorno economico.

http://www.nation.co.ke/News/-/1056/505754/-/u0nw4f/-/