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Omicidi politici in Russia: BASTA!

Solidarietà con tutti i difensori e militanti per i diritti, le libertà e la giustizia in Russia!

Tristezza e rabbia: tutti quelli che difendono i diritti e le libertà sempre più minacciati in Russia, ogni giorno che passa, sono sotto choc dopo l’omicidio, avvenuto lunedì 19 gennaio, dell’avvocato Stanislav Markelov e della giovane giornalista Anastassia Babourova che lo accompagnava.

Questi due omicidi sono gli ultimi di una serie di assassini e aggressioni d’ogni genere, la cui estensione è per noi intollerabile. Negli ultimi mesi, in Russia, le aggressioni non hanno fatto altro che moltiplicarsi; protestare o esprimere il proprio dissenso significa mettere la vita a repentaglio. La minaccia si è demoltiplicata e la violenza contro i contestatori può sicuramente assumere connotati precisi. La Russia non deve essere coartata, nell’indifferenza generale, in un buco nero ove la giustizia non avrebbe più posto.

Stanislav Markelov era uno dei rari avvocati che difendono i militanti dei movimenti sociali, dei sindacati e, più in generale, dei diritti dell’uomo nella federazione russa. Non esercitava il suo patrocinio soltanto a Mosca, ma si spostava senza sosta in tutta la Russia, particolarmente nel Caucaso e perfino nella Bielorussia o a Strasburgo davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Avvocato impegnato e uomo di sinistra, prendeva ugualmente parte ai social forum, fossero russi o europei. Le sue attività disturbavano parecchia gente. Aveva difeso Anna Politkovskaïa, le vittime del Nord-Ost, quelle di un pestaggio a opera della polizia in Bashkir. Più recentemente aveva preso sotto il suo patrocinio un giovane ceceno che accusava il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov di rapimenti e torture, Mikhaïl Beketov, giornalista della «Khimkinskaia Pravda», massacrato di botte per aver denunciato l’amministrazione locale, la causa degli operai della cartiera di Vyborg nel loro tentativo di autogestione, alcuni militanti antifascisti ingiustamente accusati di atti terroristi, inquilini minacciati di sfratto… Nel 2004 Stanislav era stato assalito violentemente sul metro di Mosca. In seguito a minacciosi sms, molti collegano il suo assassinio di lunedì 19 gennaio con la scarcerazione, avvenuta il 15 gennaio per buona condotta, del colonnello Boudanov, condannato nel 2003 a dieci anni di reclusione per l’omicidio d'Elza Koungaieva.

In effetti, Stas usciva da una conferenza stampa in cui aveva manifestato la propria indignazione e la volontà di processare l'alto militare, imputato di avere strangolato con le proprie mani la giovane cecena nel corso di un interrogatorio. Aveva intenzione di ricorrere in appello davanti all’Alta Corte di Giustizia. Grandi erano la sua conoscenza e il suo impegno per una pace in Cecenia e in tutto il Nord del Caucaso, così come era forte il suo appoggio alla lotta contro fascismo, razzismo e xenofobia.

Anastassia Babourova era una giornalista della «Novaïa Gazeta» e aveva il coraggio di far propria la questione della Cecenia, come prima l’aveva fatto Anna Politkovskaïa. Nastia era una militante libertaria, il cui impegno si rifletteva nei temi dei suoi articoli: la gioventù informale e antiautoritaria, le azioni protestatarie di strada, l’ascesa del neonazismo in Russia, i casi giudiziari collegati a Stas Markelov. Era altrettanto presente a fianco dei medesimi in occasione dell’ultimo Social Forum Europeo di Malmö. È deceduta in ospedale alcune ore dopo l’assassinio di Stanislav. Voleva catturare l’omicida; per questo l’hanno abbattuta.

Desideriamo esprimere il nostro sostegno a quanti lottano per la difesa dei propri diritti e perché veda la luce, nella federazione russa, una società più giusta.

Vi rivolgiamo un appello per un incontro di solidarietà e raccoglimento in onore di Stanislav Markelov e Anasstassia Babourova.

D omenica 1 febbraio, ore 15.00, a Parigi, Fontaine des Innocenti, raduno di solidarietà con il simultaneo raduno a Mosca.

Su iniziativa di: Convoglio Sindacale, FIDH, Assemblea Europea dei Cittadini, CEDETIM, Comitato Cecenia.