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Rapporto sul Genocidio sul Litorale di Bundu

Report Bundu Waterfront Genocide, PORT HARCOURT, october 2009

Bundu Waterfront Genocide

Interim report del 12 ottobre 2009
Genocidio sul litorale di Bundu, da parte del Governo del Rivers State

Questo report riguarda il recente genocidio avvenuto sul Litorale di Bundu, nella zona di Port Harcourt, Rivers State in Nigeria. Il report è presentato dall’Unione Nazionale degli Inquilini della Nigeria e si basa non solo su pubblicazioni di quotidiani, ma anche sull’esperienza personale dei rappresentati dell’Unione, che sono andati sul posto e hanno intervistato i leader della comunità colpita. Questi ultimi hanno confermato l’incidente e fornito all’Unione altre informazioni utili.

Sulla base delle informazioni ricevute da fonti dirette, abbiamo appreso che i disordini sono iniziati martedì 6 ottobre 2009, a seguito della celebrazione della Giornata Mondiale dell'Habitat. L’iniziativa ha consolidato nell'opinione pubblica l’idea che la programmata demolizione dei litorali non avesse ricevuto il consenso delle masse, contrariamente a quanto sostenuto dal governo. Di conseguenza, il 6 ottobre 2009, il governo ha avviato azioni di rappresaglia, inviando più di 300 soldati sul litorale di Bundu per marcare l’area da demolire.

Irritati dalla comunità, i soldati hanno trovato resistenza da parte di più di 2.000 donne e bambini, riunitisi per protestare, affermando che il governo statale stava commettendo un errore nel demolire le loro abitazioni senza aver fornito un piano di rilocazione, per non parlare sospensione decisa dall’Alto Tribunale Federale della Nigeria e e dell'ordinanza restrittiva del tribunale, nei confronti del Capo dell’Esercito e del Governatore, a intraprendere una qualsiasi azione sul litorale prima del 13 ottobre 2009, data in cui il caso sarà discusso in udienza. Le notizie della stampa riguardo questo incidente sono annesse al presente rapporto, si veda l’allegato A.

Dopo l'allontanamento dei militari, tramite l’assistente speciale allo sviluppo del litorale Theodore Georgewill, il governatore ha annunciato alla stazione radiofonica Radio Rhythm, il 9 ottobre 2009 alle ore 12, che la settimana successiva sarebbe stata rivista l’area indicata per la demolizione del litorale, con un totale dispiegamento di forze, minacciando di non provare a fermare il governo.

Dopo l’annuncio radio del governo, alle 9 del mattino di lunedì 12 ottobre 2009, un furgone della polizia, con a bordo più di 30 poliziotti attrezzati con armi sofisticate, come fucili di precisione A-K 47, esplosivi e 2 blindati, sono arrivati sul posto e si sono disposti in agguato lungo il litorale mentre, secondo testimoni oculari, molti altri poliziotti armati hanno trovato nascondiglio nei dintorni.

I residenti, vedendo i poliziotti armati, sono usciti per protestare contro l’interferenza della polizia nella loro vita pacifica. Tra questi, c’erano soprattutto donne, ragazzi e bambini. La polizia si è quindi ritirata poco distante dal litorale. Di lì a poco sono sopraggiunti carri armati con soldati provenienti dalla Seconda brigata dell’Esercito nigeriano e tre blindati polivalenti, e si sono lanciati sul litorale sparando indiscriminatamente per disperdere la folla. Le sparatorie, trasformatesi poi in veri e propri bombardamenti, hanno ucciso almeno cinque persone e ferito gravemente altre nove a causa di pallottole vaganti (alcuni degli articoli di giornale sull’incidente sono riportati qui, nell’allegato B).

Nomi dei deceduti, confermati dal Presidente degli autoctoni di Port Harcourt, il Capo Darick Asechemie:

  1. John Igbikiowubo
  2. Tonye Datoru
  3. Abiye Yebusika
  4. Ibitoru Silas
  5. Peter Iyanabo

Coloro che hanno subito ferite gravi da proiettilie in condizioni critiche, sono in cura alla Clinica Teme di Port Harcourt, e sono: (1) Tamunotonye Ama, (2) una studentessa di 13 anni e (3) altri sette. Le foto dei pazienti saranno inviate assieme al rapporto medico.

Secondo fonti della comunità, molti sono ancora dispersi, tra cui molti giovani che si sono buttati nel fiume per ripararsi dai proiettili o per evitare l’arresto. Intanto il governo deve ancora pronunciarsi ufficialmente sui nomi delle persone arrestate.

Osservazioni:

Ricordando che la questione della demolizione del litorale è soggetta all’ordinanza restrittiva dell’Alto Tribunale Federale della Nigeria, rafforzata dalla moratoria richiesta da UN-HABITAT, si osserva che il governo del Rivers State manca di qualsiasi giustificazione morale per qualsiasi azione sul Litorale di Bundu, siano queste la demarcazione o la demolizione senza il consenso dei residenti, che sono parte lesa.

La ragione della pianificata demolizione litoranea di Port Harcourt era, secondo il governo, la realizzazione della Raccomandazione della Truth and Reconciliation Commission [Commissione per la Verità e la Riconciliazione], che denunciava ingiustamente il litorale come una valida via di fuga per i militanti nel delta del Niger. Ora che tutti i militanti hanno abbandonato le armi e ricevuto l’amnistia presidenziale, il governatore non ha alcuna giustificazione morale per ritornare sulla demolizione del litorale, in quanto tali ragioni sono state cancellate dall’amnistia.

Inoltre, si ricorda la recente minaccia del governo di iniziare la demolizione di cinque delle strade principali di Port Harcourt: Iloabuchi, Azikiwe, Ojoto, Sangana e Njemanze a partire dal mese prossimo, per spianare la strada al Gruppo Silverbird. Ciò significa che le persone che abitano in queste zone rimarrebbero senza una casa, assieme a quelle del litorale di Bundu e forse a quelle di Abonnema Wharf. Resterebbero quindi senza casa prima della fine dell’anno oltre 350.000 persone, cioè quasi la metà della popolazione totale di Port Harcourt.

Questa minaccia esige di considerare l'appello urgente, lanciato dal nostro Report sulla demolizione del litorale di Njemanze, di accordare alle vittime di sfratto presenti e future a Port Harcourt, lo status e la protezione dei rifugiati secondo le Politiche Internazionali sui Rifugiati e Sfollati Interni

Si consiglia fortemente che il governo federale spieghi i motivi della mobilitazione dell’Esercito nazionale impiegato per eseguire gli sfratti della povera gente che vive sul litorale, che non è in grado di procurasi tre pasti al giorno, quindi sicuramente non in grado di provvedere ad una soluzione abitativa alternativa in caso di sfratto.

Proponiamo inoltre l’istituzione di un processo per genocidio contro tutti i responsabili dei recenti omicidi di Bundu e la comparizione davanti alla Commissione contro la Tortura di tutti quelli coinvolti negli sgomberi forzosi degli inquilini sul litorale di Njemanze per aver sfrattato un così gran numero di famiglie durante le piogge, esponendoli quindi ai rischi del maltempo e dell'ambiente.

Conclusioni:

Nel frattempo una fonte affidabile ha accennato che il governatore ha informato l’assistente speciale che non c’è ritirata o resa per la demolizione del litorale di Bundu, ordinandogli di mobilitare l’area per continuare la demarcazione che i soldati non hanno potuto completare dopo la ritirata di ieri alle 18.

Il Tribunale: vietato al Governatore e all'esercito di intervenire sui litorali

Alle 9 di questa mattina, sono stati avvistati furgoncini blindati e carri armati pieni di soldati armati in tutta Port Harcourt, anche nei pressi del tribunale, in cui si è tenuta l’udienza sul caso dei litorali. Al momento dell’invio di questo report, il giudice ha emanato una formale ordinanza restrittiva al governatore e al capo dell’esercito, della marina e dell’aeronautica, come pure all’ispettore generale della polizia, vietando loro di recarsi sui litorali interessati e di intraprendere qualsiasi azione. L’ordinanza menzionata sarà inviata a tempo debito.

13 ottobre 2009, Port Harcourt

C. W. Enwefah

Segretario Generale

Unione Inquilini della Nigeria


I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono:

Angela Fandra, Elvira De Rosa