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Attualità Haiti

Un gruppo di compagni delle organizzazioni è andato a Port au Prince, poiché non sappiamo nulla dei nostri fratelli di PAPDA, Camille Chalmers, Mortimer, Carol, e altri.
Solo da Cabo Haitiano ci ha scritto Elvire della AFASDACAP, un’organizzazione aderente alla IAI: stanno bene, non hanno subito danni.
Si è deciso di lavorare su due livelli: quello degli aiuti umanitari ad Haiti, con tutte le organizzazioni e da un unico centro di coordinamento (quello avviato dal Centro Bonó e dal Foro Ciudadano) e un livello più politico.

Compagni di IAI,

ieri, primo giorno dopo il terremoto che ha colpito Haiti, è stata una giornata di grandissimo impegno a scapito dei doveri del proprio lavoro, e della propria agenda sociale, per rispondere alla realtà. Sono sorpreso di come il mio paese, la Repubblica Domenicana, abbia risposto così positivamente al disastro del fratello... centinaia di soccorritori sono entrati ad Haiti (ieri nessun altro vi è giunto da altri paesi) e gli ospedali dominicani erano affollati di gente.

Ad Haiti non solo è crollato tutto il centro di Port au Prince, la zona dei ricchi (Petion Ville ), la cattedrale, il palazzo del governo, ma anche il Governo, è stata poi duramente colpita la MINUSTAH la forza di occupazione, sono morti anche molti capi di agenzie, l’intero vertice della Chiesa cattolica, a cominciare dall'Arcivescovo, ecc.

Siamo a conoscenza di tutto questo grazie alle testimonianze dei media dominicani che sin dalle prime ore vi si sono stabiliti e trasmettono ininterrottamente...

Nel frattempo, ieri, un gruppo di compagni delle organizzazioni è andato a Port au Prince, poiché non sappiamo nulla dei nostri fratelli di PAPDA, Camille Chalmers, Mortimer, Carol, e altri di Port au Prince.

Solo da Cabo Haitiano ci ha scritto Elvire della AFASDACAP, un’organizzazione aderente alla IAI: stanno bene, non hanno subito danni, infatti come sappiamo il terremoto ha colpito in un raggio di soli 60 chilometri. Le abbiamo fatto delle proposte e siamo in attesa di una risposta.

Cosa è stato fatto nella Repubblica Domenicana

1 – Riunione mattutina 13/1/10 convocata dal Foro Ciudadano

Dove hanno partecipato, tra le altre, la maggior parte delle ong più attive del paese, agenzie, UE, BM. Inoltre, alcuni movimenti sociali. Vi abbiamo partecipato come Campagna Sfratti Zero - Alleanza Internazionale degli Abitanti.

Dove è stato costituito un Centro di Coordinamento per gli aiuti umanitari, il quale ha creato delle commissioni (Centro di raccolta, Informazioni, Volontari, 4 punti di contatto alla frontiera, ecc.). Il Centro Bonó dei Gesuiti sarà il luogo di lavoro. Partecipiamo come IAI nel Centro di Informazione e sosteniamo la Rete Urbana Popolare nel Centro di Informazione.

2 - Riunione pomeridiana con i movimenti sociali

Conclusioni della riunione dei movimenti sociali:

Si è deciso di lavorare su due livelli: quello degli aiuti umanitari ad Haiti, con tutte le organizzazioni e da un unico centro di coordinamento (quello avviato dal Centro Bonó e dal Foro Ciudadano) e un livello più politico.

1° livello: Ci si impegna a lavorare insieme a COPADEBA, a Rete urbana e a Coophabitat nella Commissione dei Volontari avviata nel corso della riunione delle organizzazioni convocate dal Foro Ciudadano.

2° Livello: Ha a che fare con il ruolo dei movimenti sociali operanti, pertanto non necessariamente coincideremo con l'insieme delle organizzazioni con cui agiremo in modo unitario nel punto 1, ossia la campagna umanitaria. In questa sezione si mette in risalto l'importanza che i movimenti sociali nel loro intervento pubblico specifichino il loro parere in merito a:

- Chiedere che sia mantenuta aperta la frontiera in modo tale da riuscire a dare assistenza ai fratelli haitiani colpiti, le cui vite sarebbero in pericolo se ciò non fosse possibile (gli pseudo-nazionalisti chiedono la chiusura della frontiera).

- Chiedere al governo domenicano di fornire tutte le agevolazioni affinché l’aiuto che arriverà e si raccoglierà per il fratello popolo di Haiti possa passare il confine e la dogana senza perdita di tempo.

- Prendere posizione sul fatto che la ricostruzione di Haiti non serva ad aumentare il debito estero, ma al contrario deve servire per la cancellazione di tale debito da parte dei vari paesi, chiedendo ai paesi sviluppati di assumersi il compito della ricostruzione di Haiti. Questo punto è prioritario organizzarlo in correlazione con i fratelli di Haiti per sviluppare una proposta alternativa per la ricostruzione.

- In tal senso, compiere ogni sforzo per mettersi in contatto con i movimenti sociali in Haiti, e incoraggiare che la raccolta di aiuti arrivi alle organizzazioni della società civile e ai movimenti sociali (in sostanza), e attraverso loro raggiunga la popolazione, evitando azioni di corruzione e clientelismo politico.

Cosa fare oggi

Abbiamo contattato Cesare Ottolini. Questa sera si riuniscono la Antenna e il Comitato Nazionale Promotore dell'Assemblea Mondiale degli Abitanti. Presenteremo alcune cose di cui abbiamo discusso. Ci auguriamo di poter avere informazioni provenienti da Haiti e speriamo di procedere nello sviluppo di una proposta di azione in maniera più concreta... ad Haiti non è così facile come in Perù a causa della fragilità delle organizzazioni.

Pedro Franco
coordinatore IAI per l'America Latina e i Caraibi
S. Domingo, 14/1/10


I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono:

Maria Paola Fortuna, Stefano Bertoldi