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Campagna Sfratti Zero

Campagna Sfratti Zero

La solidarietà internazionale, arma per costruire dignità e sicurezza abitativa

Un miliardo di persone in tutto il mondo soffre attualmente per l’insicurezza abitativa causata da grandi investimenti del capitale finanziario ed immobiliare, discriminazioni sociali, economiche e razziali, guerre, disastri naturali. Questo numero di senzatetto e mal alloggiati, anziché diminuire di 100 milioni entro il 2015 come stabilito dall’ Obbiettivo n. 7 dei Millennium Development Goals, è destinato a crescere di altri 700 milioni entro il 2020.

Causa principale: la questione urbana è sottomessa alle regole neoliberali dettate dal FMI e dalla Banca Mondiale che impongono i tagli alle politiche sociali e le privatizzazioni del settore.

Per far fronte a questa situazione drammatica l’International Alliance of Inhabitants ha lanciato la Campagna Sfratti zero durante il 4° FSM (Mumbai, gennaio 2004), proponendo di mobilitare la solidarietà internazionale, partendo dagli abitanti direttamente interessati, per ridare la speranza della dignità e della sicurezza abitativa utilizzando tutti gli strumenti necessari.

L’obbiettivo è: diritto alla casa per tutti, nessuna persona deve essere sgomberata. Se il trasferimento è necessario si devono trovare preventivamente soluzioni abitative dignitose, sicure e concordate con gli abitanti interessati. Questo vuol dire rispetto dell’art. 11 del Patto Internazionale su Diritti Economici Sociali e Culturali, con particolare riferimento al Commento Generale n. 4 del Comitato ONU sui Diritti (1990).
Per raggiungere questo obbiettivo l’IAI ha proposto la costruzione di uno spazio comune di tutti i movimenti sociali urbani per unificare le iniziative locali, nazionali ed internazionali. Nel contempo, ha invitato le ong, le reti impegnate per il diritto alla casa, le istituzioni ed il sistema delle Nazioni Unite a sostenere questa campagna.

Questa è anche la base dell’attività dei rappresentanti IAI nell’UN-Advisory Group on Forced Evictions (AGFE).

Come?

La campagna Sfratti Zero si articola su più livelli, determinati dal grado di adesione e di mobilitazione delle organizzazioni interessate localmente e dalla gravità del caso affrontato:

  • Sistema d’allerta internazionale, con antenne locali, delle violazioni del diritto alla casa
  • Appelli alla solidarietà internazionale
  • Proposta di missioni esplorative e di conciliazione dell’UN-AGFE
  • Sostegno allo scambio di esperienze di buone pratiche delle associazioni di abitanti, enti locali, ed altri soggetti nell’evitare gli sgomberi

Appoggio alla redazione e al monitoraggio di piani d’azione locali, nazionali, internazionali per la sicurezza abitativa.

Dove?

Attualmente, la Campagna sfratti Zero è attiva in diversi paesi :

Nairobi (Kenya) : 300.000 persone sono minacciate di sgombero a causa di investimenti infrastrutturali (autostrada, ferrovia, linee elettriche). La Campagna W Nairobi W! si è sviluppata a livello locale (mobilitazioni, ricorsi legali, incontri) e internazionale (grazie a una pagina web speciale sono stati inviati circa 10.000 e-mail a tutte le istituzioni interessate). La campagna ha bloccato gli sgomberi. Ora è stato avviato il dibattito sulla riforma fondiaria e la sicurezza abitativa che dovrebbe essere finanziata con un Fondo Popolare per la Terra e la Casa dove canalizzare le risorse di una parte del debito estero condonato del Kenya. Sono aperte delle negoziazioni affinché 45 milioni di euro, liberati grazie alla conversione del debito estero del Kenya con l’Italia, siano utilizzati per sperimentare il Fondo in due baraccopoli.

Zimbabwe : Nel 2005, 700 000 persone sono state buttate in mezzo alla strada nel quadro dell’ « Operazione Murambatsvina » (« spazza via l’immondizia») lanciata dal governo dello Zimbabwe, ma il numero totale delle persone colpite da questa operazione sarebbe superiore a 2,5 milioni su 12,5 milioni di abitanti, di cui 300 000 bambini costretti ad abbandonare la scuola.
La mobilitazione locale, sostenuta a livello internazionale dall’ Operazione Ristabilire il diritto alla casa in Zimbabwe ha chiesto di fermare le demolizioni e gli sfratti, di avviare un piano di miglioramento delle bidonville in accordo con le comunità interessate e di cancellare il debito estero affinché le risorse così liberate siano destinate al Fondo Popolare per la Terra e la Casa. Queste iniziative hanno portato la comunità internazionale a interrogarsi sul presidente Mugabe, antico leader anti-colonialista, e mandare sul posto una missione delle Nazioni Unite per indagare sugli sfratti.

Nigeria : Alla fine del 2005, il presidente Obasanjo ha condotto una delle operazioni di sfratto più violente e massicce: più di 4 milioni di abitanti minacciati di sfratto su un totale di 7 milioni, per attuare il master plan della capitale Abuja. A questo numero importante, occorre aggiungere la minaccia di sfratto di 20 000 inquilini dalle case di proprietà pubblica a Lagos, già brutalmente cominciata dai ministeri dell’Alloggio e della Difesa, decisi a privatizzare il settore. Decine di associazioni locali e di Chiese si sono mobilitate all’appello Rompere il silenzio sugli sfratti: difendere il diritto alla casa in Nigeria! lanciato dalla «Coalizione Nigeriana Sfratti Zero», esigendo di fermare le demolizioni e le espulsioni, di indennizzare e rialloggiare immediatamente i senzatetto, stigmatizzando le privatizzazioni e il master plan di Abuja, e chiedendo anche il blocco di tutti gli investimenti stranieri che si traducono nella violazione dei diritti umani. L’Appello propone di destinare le risorse finanziare liberate dall’annullamento del debito del paese al Fondo Popolare per la Terra e la Casa.

Repubblica Domenicana : 1 milione di persone sono minacciate di sgombero a causa di speculazioni edilizie sui terreni in cui vivono senza un titolo di proprietà. La campagna è stata lanciata durante la Giornata mondiale Sfratti zero 2004, ha coinvolto le associazioni di base, la provincia di S. Domingo ed ha il sostegno del governo dei Paesi Baschi. La campagna ha bloccato una parte degli sgomberi e favorito la convocazione di un tavolo di dialogo e concertazione. Anche in questo caso si discute del Fondo Popolare per la Terra e la Casa ed è stata creata la Coophabitat per offrire delle valide alternative. UN-AGFE ha organizzato una missione esplorativa e conciliatoria (marzo 2005), ma gli sfratti violenti continuano, alcuni condotti manu militari da gruppi paramilitari. Per questo è previsto di rafforzare la pressione aprendo altri fronti, anche boicottando alcune imprese turistiche implicate nell’affare.
Da sottolineare che il coordinamento della Campagna Sfratti Zero per l’America Latina e i Caraibi ha sede presso la Coophabitat.

Italia : 600.000 persone minacciate di sgombero a causa di sfratti locativi determinati dalla morosità, dalla finita locazione e dalle privatizzazioni del settore dell’alloggio pubblico. La campagna si è sviluppata con iniziative di resistenza agli sfratti, importanti manifestazioni di piazza, iniziative parlamentari, presentazione di dossier alle Nazioni Unite. La campagna ha ottenuto dal Comitato ONU sui Diritti un severo richiamo al Governo, mentre UN-AGFE ha organizzato la prima missione mai realizzata in un paese del G7 (febbraio 2005), che ha portato alla firma di un protocollo con la municipalità che dichiara Roma « città libera dagli sfratti ». D’altro lato, sindaci e presidenti di municipalità hanno requisito degli alloggi sfitti. Nel gennaio 2007 si è ottenuta la moratoria parziale degli sfratti. La mobilitazione continua.

Francia : 500.000 persone minacciate di sgombero a causa di sfratti locativi causati principalmente dalla morosità. La campagna ha visto iniziative di resistenza agli sgomberi, occupazioni di alloggi e contestazione delle demolizioni degli HLM. Alcune municipalità hanno anche dichiarato i loro territori « liberi dagli sfratti » per decreto. La campagna ha costretto il governo a introdurre una norma per la trasformazione di una parte degli sfratti in nuovi contratti, e ad approvare un piano di 500.000 case popolari in 5 anni.
Gli incendi di molte case insalubri, che hanno provocato decine di morti nell’estate 2005 a Parigi, hanno sottolineato la necessità di continuare la mobilitazione su diversi livelli. E, poiché gli sfratti violenti sono ripresi dopo la tregua invernale, le mobilitazioni sono ricominciate.

Croazia : Dopo la guerra di dissoluzione della Yugoslavia, nel 1996 fu approvata una legge che ha privato gli inquilini (40.000 persone) del diritto di occupare in perpetuità gli appartamenti privati, diritto trasmissibile per eredità, di cui potevano godere dal 1945. Dopo il decreto della Corte costituzionale che aboliva l’obbligo di fornire adeguati alloggi alternativi, e con gli affitti aumentati di più del 60% alla fine del 2005, si è scatenata un’ondata di sfratti violenti, che ha colpito i poveri e gli anziani.
La campagna Reintegrare il diritto degli inquilini alla sicurezza abitativa , lanciata dall’Alleanza delle Unioni degli Inquilini e da decine di organizzazioni e partiti politici, ha chiesto di fermare gli sfratti e di abrogare le norme contrarie ai trattati internazionali, proteggendo i diritti umani e abitativi. Per fare questo, l’Appello on line che ha raccolto migliaia di firme, chiede anche agli organismi internazionali di fare pressione, soprattutto ora che la Croazia sta negoziando il suo ingresso nell'Unione europea.

Dale Farm, Basildon (Gran Bretagna) : Si tratta della più grande comunità di nomadi del Regno Unito, installata in villini, case mobili e roulotte ben tenute su terre che appartengono loro, un tempo disseminate di carcasse di automobili. Questa comunità autonoma che parla il Gammon, lingua che avrebbe radici pre-celtiche, è minacciata di « pulizia etnica » dal Consiglio dipartimentale di Basildon. Quest’ultimo ha in effetti deciso di distruggere un gran numero di abitazione, conseguenza di una campagna estremamente virulenta dei Conservatori contro gli Zingari.
L’Appello Sfratti Zero Ruote Rosse nel Regno Unito, sostenuto da decine di organizzazioni e personalità, tra cui l’attrice Vanessa Redgrave, pretende la cessazione degli sfratti e chiede al governo del Regno Unito di avviare una commissione d’inchiesta e di abrogare le norme del governo e del Consiglio municipale locale che violano i trattati internazionali sui diritti umani e alla casa.

Tamil Nadu, India: PASUMAI THAAYAGAM (Green Mother Land) ha informato che una serie di demolizioni effettuate dalle autorità ha lasciato senza casa circa 30.000 persone, tra cui circa 5.000 studenti, senza casa a Chennai, Tamil Nadu, India.
Le persone che vivevano nell’area del lago Porur sono state sfrattate con la forza senza nessun preavviso o annuncio. Tra il 23 ed il 25 novembre 2006 la polizia è arrivata in forze con le ruspe ed i bulldozer per demolire ogni insediamento. Tale avvenimento è stato uno shock, proprio mentre gli ufficiali del governo avevano garantito le opere di urbanizzazione necessarie, e l’area era stata dotata di rete elettrica, un ufficio postale distaccato ed uffici pubblici telefonici.
Il 2 dicembre 2006 il governo del Tamil Nadu ha formato dei gruppi di lavoro a livello di stato e distretti per iniziare una rapida azione di rimozione degli insediamenti illegali sul terreno demaniale. Di conseguenza, circa un milione di persone è minacciato dagli sfratti, che stanno per scoppiare in tutto lo stato.
Perciò si lancia la “Campagna per il diritto alla Casa e Sfratti Zero” nel Tamil Nadu, India.

IAI ha inviato inoltre messaggi di solidarietà anti-sgombero: Lima (Perù), New Delhi (India), Karachi (Pakistan), Cebu e Manila (Filippine), Beijing (Cina), Quilombo, San Paolo, Curitiba e Porto Alegre (Brasile), Territori Occupati (Palestina), Nagoya (Giappone), Bishkek (Kyrgyzstan), Barcellona e Siviglia (Spagna), Ungheria, Milano e Bologna (Italia), Porto Said (Egitto), New Orleans (Stati Uniti), Paraguay, Sochi (Federazione Russa).

La proposta dei Fondi Popolari per la Terra e la Casa

Spesso gli sgomberi sono motivati da grandi investimenti, finanziati dai paesi ricchi, FMI, Banca Mondiale, in strade, ferrovie, centri servizi, turismo, shopping, ecc. nei paesi poveri. Raramente si tratta di necessità primarie delle popolazioni locali, essendo piuttosto un mezzo di pagamento del debito estero. E, nella quasi totalità dei casi, i paesi poveri rifiutano la negoziazione con le associazioni di abitanti per la rilocazione concordata delle persone soggette a sgombero perché dichiarano di non avere le risorse necessarie. In realtà destinano quelle risorse al pagamento del debito estero.Considerando che il debito estero è illegittimo, ingiusto e impagabile, mentre i governi hanno l’obbligo di pagare il debito sociale, durante il FSA (luglio 2004) l’IAI ha presentato al movimento anti-debito e a Via Campesina la proposta di costituire i Fondi Popolari per la Terra e la Casa.Si tratta di Fondi, controllati dalle associazioni di abitanti e dalle autorità locali, su cui canalizzare, in particolare, le risorse del debito estero cancellato per finanziare politiche abitative ed urbane pubbliche.Questa proposta è stata accettata dall’Assemblea dei Movimenti Sociali Urbani del FSM 2005 ed è entrata a pieno titolo nel dibattito dei movimenti che rivendicano la cancellazione del debito dal G 8 (Edimburgo, luglio 2005). Ultimamente, di fronte al fallimento degli Obiettivi del Millenio, UN-Habitat, alcuni governi e l’Assemblea dei Parlamentari per l’Habitat hanno approvato tale proposta.Primo risultato : la conversione del debito del Kenya con l’Italia, di cui una parte considerevole sarà allocata per il miglioramento di due bidonvilles di Nairobi.

La proposta dei « territori liberi dagli sfratti »

Le amministrazioni locali sono in prima linea nell’affrontare le conseguenze negative degli sgomberi, spesso non avendo gli strumenti normativi e finanziari per offrire risposte soddisfacenti ai cittadini colpiti.Sulla base della constatazione che è necessario sanare le violazioni dell’art. 11 PIDESC anche se questo significa contrastare la normativa nazionale, una trentina di amministrazioni comunali francesi, coordinate dal comune di Bobigny, hanno dichiarato nel 2004 i loro territori “zone libere dagli sfratti”. Le ordinanze hanno innescato un duro conflitto con il potere statale centrale, ma, allo stesso tempo, hanno offerto una sponda istituzionale forte ai movimenti antisfratto, riuscendo ad ottenere qualche risultato. Nonostante la sospensione delle ordinanze da parte dei tribunali amministrativi, i sindaci hanno continuato a sostenere la battaglia con altre iniziative, ad esempio quella vittoriosa contro il taglio della fornitura dell’acqua ai morosi. E nel 2005 e 2006, hanno rilanciato una nuova generazione di ordinanze anti-sfratto.Nel frattempo, la proposta dei “territori liberi dagli sfratti” è stata approvata anche in Italia, dove Roma è stata la prima città ad essere dichiarata “sfratti zero”.

Contro le privatizzazioni, per il rilancio dei servizi pubblici

L'onda neoliberista tenta di privatizzare i servizi pubblici (acqua, energia, comunicazioni) e, in particolare, il settore dell’edilizia sociale, considerati la nuova frontiera del profitto. In Africa, Asia e America Latina è all’opera l’offensiva, capeggiata da FMI e Banca Mondiale, che vuole imporre le privatizzazioni come condizione per la concessione dei prestiti, cioè per piazzare il capitale finanziario liberato dalla crisi della borsa. Se l’Unione Europea approvasse la Direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi, circa 18 milioni di famiglie che attualmente vivono nelle case popolari passerebbero ad un regime privatistico. Negli Stati Uniti, i tagli del settore abitativo sociale, determinati dalle spese di guerra, aumentano la precarietà abitativa delle classi popolari.Nei paesi dell’ex Est, Federazione Russa compresa, le riforme del settore fanno conoscere agli inquilini per la prima volta il dramma degli sfratti. Esiste dunque un legame stretto tra le privatizzazioni e l’aumento dell’insicurezza abitativa, percepito dalle organizzazioni di abitanti in vari paesi, che organizzano perciò iniziative di lotta locali e nazionali. Poiché si tratta di far fronte a politiche determinate dalla globalizzazione neoliberale, l’IAI sta promovendo presso i Forum Sociali la costituzione di coordinamenti continentali anti-privatizzazioni e per il rilancio dell’edilizia abitativa pubblica.

ANCHE TU NELLA RETE DELLA SOLIDARIET A’ INTERNAZIONALE PER LA SICUREZZA ABITATIVA!

ANCHE LA TUA CITTA’ DIVENTI ZON A LIB E R A DAGLI SFRATTI!

COSTITUISCI I FOND I POP O LAR I PER LA TERRA E LA CASA!

L O TT A CONTRO LE PRIVATIZZAZIONI DEI SERVIZI PUBBLICI!

ADERISCI ALLA CAMPAGNA SFRATTI ZERO!