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Campagna Sfratti Zero

Basta con le demolizioni a New Orleans, Louisiana

Titolo:
Basta con le demolizioni a New Orleans, Louisiana
Area geografica:
America
Nazione::
United States
Località/Quartiere:
Louisiana
Nome della comunità o del nucleo familiare minacciato di sfratto::
Residenti delle case popolari di San Bernardo e dei complessi residenziali pubblici B.W. Copper, Lafitte e C.J. Peete.
Numero stimato delle persone colpite (in cifre)::
20000
Titolo di proprietà::
Adulto , Anziano , Giovani , Donne , Bambini , Inquilini Occupanti , Minoranza Etnica
Informazioni relative alla storia e ai precedenti del caso::
In seguito ai devastanti uragani Katrina e Rita del 2005, i sopravvissuti a questi disastri naturali devono godere, secondo i Principi guida delle Nazioni Unite riguardo gli sfollati all’interno del proprio paese, di assistenza e agevolazioni. Hanno, ad esempio, diritto a ritornare nelle proprie abitazioni. Inoltre, in base alla legislazione internazionale sui diritti umani, i superstiti degli uragani hanno diritto ad un’adeguata sistemazione abitativa. In realtà, immediatamente dopo gli uragani Katrina e Rita, i responsabili dei governi locali, statali e federali hanno implementato una serie di piani per far sì che i residenti degli alloggi popolari di New Orleans, in Louisiana, non potessero ritornare nelle loro abitazioni. Dopo gli uragani, le hanno infatti chiuse con assi di legno e in alcuni casi hanno sistemato recinti di filo spinato intorno ai complessi abitativi pubblici per assicurarsi che i residenti non potessero entrarvi. La maggior parte di queste abitazioni non era stata danneggiata dagli uragani. Attualmente, i funzionari governativi stanno demolendo più di 4800 case popolari in tutta la città. Ciò danneggerà migliaia di famiglie. Dato l’astronomico incremento degli affitti e la crescita del numero dei senzatetto a New Orleans – che è raddoppiato rispetto al periodo precedente gli uragani Katrina e Rita – le demolizioni significheranno per le famiglie dei lavoratori più poveri, prevalentemente di origine afroamericana, l’impossibilità di tornare nella loro amata città: New Orleans.
Gradi di causa e responsabilità::
Internazionale , Locale , Nazionale
Violazione degli articoli della normativa internazionale::
, ,
Ragioni motivanti lo sfratto, ufficiali e non ufficiali::
Nell’autunno del 2007, gli avvocati degli inquilini hanno dato il via ad un’azione legale chiedendo la sospensione delle demolizioni a causa delle irregolarità praticate dal governo locale.
Il 21 novembre 2007, anche numerose organizzazioni nazionali ed internazionali impegnate a sostegno del diritto alla casa, hanno inviato una lettera di solidarietà al Congresso degli Stati Uniti nella quale richiedevano la sospensione delle demolizioni programmate.
Nel novembre 2007, gli avvocati hanno perso la causa.
Ai primi di dicembre del 2007, i candidati alla Presidenza, incluso Barack Obama, hanno diffuso dei comunicati stampa chiedendo al sindaco di New Orleans, Ray Nagin, di fermare le imminenti demolizioni, considerando la crisi abitativa a New Orleans.
Il 20 dicembre 2007, il Consiglio comunale di New Orleans ha votato a favore delle demolizioni richiedendo, però, che il Dipartimento per la casa e lo sviluppo urbano (HUD, Housing and Urban Development) provvedesse a sostituire una per una le unità abitative.
Durante la riunione, alla maggioranza degli inquilini non è stato concesso di entrare nella sala e alcuni sono stati persino arrestati, bloccati con spray al peperoncino e con scariche elettriche.
Dopo il voto, il capo della maggioranza al Senato degli Stati Uniti, Harry Reid, e il portavoce della Camera statunitense, Nancy Pelosi, hanno inviato una missiva al Presidente George W. Bush chiedendo la sospensione delle demolizioni vista la crisi abitativa a New Orleans e considerando la necessità di garantire il rimpiazzo di tutte le abitazioni.
Ciò nonostante le demolizioni sono iniziate nel gennaio 2008.
Il 28 febbraio 2008, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul diritto a un’abitazione adeguata e il Rappresentante Speciale per la tutela dei diritti delle minoranze hanno diffuso un comunicato stampa congiunto in cui si reclamava una sospensione delle demolizioni e si esprimeva la preoccupazione riguardo l’avvenuta violazione dei diritti dei cittadini alla partecipazione e all’alloggio.
Il 7 marzo 2008, Il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione delle discriminazioni razziali (CERD) ha pubblicato le proprie Osservazioni Finali alla relazione del governo degli USA esprimendo la propria seria preoccupazione circa la questione razziale negli Stati Uniti e, in particolare, rispetto l’assenza di aiuti per i sopravvissuti a Katrina e a Rita.
Nel marzo 2008, il sindaco Ray Nagin ha inviato una lettera ufficiale al senatore David Vitter, convinto sostenitore delle demolizioni, che si era espresso in maniera particolarmente velenosa sui residenti delle case popolari. Nella lettera, Il sindaco Nagin esprimeva la sua frustrazione sul fatto che il Dipartimento per la casa e lo sviluppo urbano non avesse ancora fornito le opportune assicurazioni sul rimpiazzo di tutti gli alloggi.
I1 31 marzo 2008, HUD Segretario Alphonso Jackson si dimette a causa di accuse di corruzione e conflitto di interessi.
Principali eventi già avvenuti in relazione allo sfratto (date, anno e ora)::
Survivors' Village
C3/Hands Off Iberville
Nome delle autorità che eseguono o programmano l'esecuzione dello sfratto::
Il Dipartimento per la casa e lo sviluppo urbano (HUD)
Nome delle organizzazioni coinvolte, loro punti forti e deboli, loro punto di vista relativamente al problema::
Una coalizione formata e guidata dagli inquilini ha organizzato proteste e dimostrazioni pubbliche, solidarietà con gli inquilini delle case popolari e con i loro sostenitori in tutto il paese e hanno incontrato i membri del Congresso degli Stati Uniti.
Nomi delle agenzie, ONG o istituzioni di appoggio che lavorano nella comunità::
Professor Bill Quigley, Attorney Tracie Washington, Advancement Project, US Human Rights Network, NY Solidarity Coalition for Katrina and Rita Survivors, National Economic and Social Rights Initiative, National Lawyers Guild - Minnesota Chapter, Amnesty International USA,
Misure proposte o attuate finora da parte della comunità e/o delle agenzie o delle ONG che appoggiano la resistenza allo sfratto e/o cercano soluzioni alternative::
Incoraggiare il Congresso ad approvare il decreto 1668 del senato, chiamato Legge per il recupero della costa del golfo. Questo decreto prevede il rimpiazzo di tutte le case popolari demolite a New Orleans. Ribadisce inoltre il diritto al ritorno per gli inquilini delle case popolari di New Orleans. Incoraggia il Congresso a convocare udienze congressuali congiunte sulla crisi nel settore delle case popolari o a basso costo in tutto il paese. Il Dipartimento per la casa e lo sviluppo abitativo ha demolito unità abitative popolari in tutti gli Stati Uniti, nel quadro del progetto Hope IV, piano multimiliardario per eliminare del tutto i vecchi complessi e sostituirli con abitazioni destinati a soggetti con redditi misti, realizzate tramite accordi pubblico-privato con grosse imprese costruttrici, cosa che ha portato allo sgombero di migliaia di famiglie povere o a basso reddito in tutta la nazione.
Strategie e misure future previste o discusse per far fronte al caso in questione o ad altri sfratti::
Abbiamo chiesto ai membri del Congresso di istituire udienze nazionali sulla crisi dell’edilizia pubblica e a basso costo che si sta verificando su tutto il territorio nazionale.
Autore (Nome, Indirizzo e responsabilità)::
Tiffany Gardner, Direttore dello Speciale Progetto sull’Uragano Katrina alla Iniziativa Nazionale Economica e dei Diritti Sociali.
Relazione con IAI delle organizzazioni informative comunitarie che si occupano del caso::
Membri di IAI
Data della denuncia::
19/03/2008
Editore::
Gabriele Francescotto
Note:

Stop alle demolizioni in New Orleans, Luisiana

Sam Jackson , residente delle case popolari proveniente da B.W. Copper e membro del C3/ Giù le mani da Iberville e Villaggio Sopravvissuti.

Susan Jasper e Kowana , residenti delle case popolari provenienti da San Bernard, membro del Villaggio Sopravvissuti.