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Campagna Sfratti Zero

Aggiornamenti sulle demolizioni a Port Harcourt

Nel 2008 le demolizioni a Port Harcourt sono aumentate esponenzialmente. L’Unione Nazionale degli Inquilini della Nigeria ha richiesto e ottenuto un’ingiunzione dall'Alta Corte Federale della Nigeria contro il Governatore del Rivers State, per far rispettare il diritto dei propri iscritti ad un alloggio adeguato. L’ordine è stato autorizzato da una disposizione costituzionale, considerate tutte le questioni ed azioni riferite o connesse all'argomento principale del caso, e avente validità fino alla conclusione dello stesso.

L’udienza si è tenuta lunedì 2 febbraio 2009. In tribunale erano presenti il Governo dello Stato e l’Unione, rappresentati dai rispettivi legali. Durante la sessione, il difensore del governo dello stato di River ha notificato un’obiezione preliminare alla causa, mentre l’Unione ha risposto con una mozioneal Governo dello Stato per chiamare a partecipare il Governo Federale in sua difesa durante il processo. Il giudice che presiede il processo, dopo aver esaminato le mozioni, ha aggiornato il caso al 23 febbraio 2009 e ha ordinato che la mozione presentata dall’Unionedegli Inquilini venga sottoposta direttamente all'attenzione del procuratore generale della Federazione.

Con nostra grande sorpresa, meno di un’ora dopo aver lasciato la corte, il commissario per lo sviluppo urbano, Osima Ginah, ha guidato un gruppo di militari e poliziotti armati verso gli uffici dell’Unione e ha dato l’ordine di demolire l’edificio entro sette giorni, con scadenza lunedì 9 febbraio 2009. L’attività del commissario è continuata ad Abonnema Wharf Road e Njemanze Street, dov’è andato di casa in casa e di stanza in stanza a minacciare gli inquilini di lasciare le loro case entro sette giorni o correre il rischio di vederle buttate giù dai bulldozer con loro stessi e le proprie famiglie all’interno. Una copia dell'avviso di demolizione consegnato agli inquilini dopo le minacce è annessa come Allegato A.

In seguito a questi sviluppi, l’Unione ha rapidamente comunicato all'Alta Corte Federale le minacce ricevute. La Corte ha immediatamente redarguito il commissario allo sviluppo urbano ricordandogli quali sono le conseguenze della disobbedienza alla Corte. Una copia dell’avviso, emesso dal vicedirettore dell’archivio dell'Alta Corte Federale e notificata dall'ufficiale giudiziario della Corte, è annessa come Allegato B.

Nonostante l’ammonizione della Corte, il commissario è tornato dagli inquilini venerdì 6 febbraio 2009 avvertendoli di abbandonare i loro appartamenti, pena l'esproprio dei propri beni da parte del Governo. Ha inoltre dichiarato che il Governo dello Stato aveva acquistato tutti gli edifici della zona per donarli alla Silverbird Group of Companies Limited , e che l'area era necessaria per sviluppare gli affari della compagnia.

A questo punto, ho richiesto l’intervento urgente del Prof. J. B. Falade, della sede nigeriana della UN-HABITAT, il quale mi ha consigliato di denunciare il commissario alla polizia. Non essendo soddisfatto del consiglio, ho quindi richiesto al Centro di Azione per i Diritti Sociali ed Economici (SERAC) di Lagos di intervenire. Il SERAC ha immediatamente costituito una missione urgente da inviare a Port Harcourt lunedì 9 febbraio 2009, data prevista per le demolizioni.

I GIORNO (Lunedì 9 febbraio 2009 )

Prima dell’arrivo della missione del SERAC, verso le 10.00 del mattino del 9 febbraio 2009, migliaia di iscritti all’Unione degli Inquilini, insieme alle persone colpite dalle demolizioni e agli organi di informazione locali, si sono ritrovati negli uffici dell’Unione per accogliere ed incontrare i membri della delegazione SERAC.

Mentre si svolgeva l’incontro con i membri della delegazione SERAC, il commissario per lo sviluppo urbano era a capo di un gruppo di militari e poliziotti armati che si dirigeva verso Abonnema Wharf Road, per verificare che gli abitanti avessero evacuato la zona. Poco dopo, anche il commissario per i lavori si è presentato accompagnato da un gruppo di poliziotti armati. Successivamente, è arrivato un autobus di mercenari pagati dal governo per seguire il movimento dei membri dell’Unione e della delegazione SERAC. Ultimi in ordine d’arrivo i tre bulldozer inviati dal governo statale per distruggere l’area.

Nel mezzo del nostro incontro con i membri della delegazione SERAC, i bulldozer erano posizionati per abbattere gli uffici dell’Unione, noncuranti del fatto che i membri dell’Unione, gli organi di stampa ed i delegati SERAC fossero ancora all’interno. A quel punto, lo sforzo congiunto dei funzionari SERAC, della stampa, degli iscritti all’Unione e persino di passanti hanno impedito la demolizione e salvato la situazione. Questo non ha impedito ad un poliziotto governativo, mandato a controllare la demolizione, di minacciarmi puntandomi un fucile nel tentativo di portare a termine la demolizione.

II GIORNO (Martedì 10 febbraio 2009)

Quando i membri della delegazione SERAC sono arrivati presso gli uffici dell’Unione martedì 10 febbraio per procedere con la missione, più di cinque bulldozer erano già al lavoro per demolire gli edifici lungo Abonnema Wharf Road, dove si trovavano gli uffici dell’Unione e dove, in un batter d’occhio, più di 50.000 persone sono rimaste senza casa o lavoro. Tra gli edifici demoliti figuravano anche case residenziali, attività commerciali, chiese, aziende, asili, scuole elementari e superiori, ecc.

Come se non bastasse, prima che i bulldozer arrivassero a strappare gli inquilini dal loro sonno mattutino, è sopraggiunto un gruppo di ufficiali governativi guidati dal direttore del controllo urbano, Ngozi Nwogu, con poliziotti e criminali armati per fare irruzione nelle abitazioni e requisire tutti i beni. La loro motivazione era che gli oggetti portati via facevano parte del prezzo pagato dal governo ai proprietari degli edifici. Tra i beni sequestrati dal governo figurano indumenti, utensili per la casa e addirittura ciotole e catini.

Alcuni di questi oggetti, in particolare quelli appartenenti al sig. Isaac, inquilino del numero 16 di Abonnema Wharf Road, sono stati recuperati con l’aiuto dei funzionari del SERAC. Durante gli incidenti, il reverendo Manson West, pastore della Bible Faith Church, è stato picchiato ed arrestato per furto di proprietà del Governo, mentre tentava di salvare il pulpito e le scritture sacre dalla sua chiesa. Solo grazie all’intervento di un funzionario del SERAC il reverendo è stato liberato da un autobus dove era stato ammanettato e rinchiuso dalla polizia.

III GIORNO (Mercoledì 11 febbraio 2009)

Mentre gli incontri tra i funzionari del SERAC e i dirigenti dell’Unione sono proseguiti anche durante il terzo giorno, con meeting con intermediari e comunità colpite dalle demolizioni, non ci eravamo accorti che venivamo controllati 24 ore al giorno da mercenari pagati per seguirci.

Ad un certo punto, è arrivata una chiamata anonima alla responsabile della delegazione SERAC, in cui veniva minacciata di lasciar stare il Governatore dello Stato. Nel frattempo alcuni criminali stazionavano presso gli uffici ormai demoliti dell’Unione per monitorare le nostre mosse. A quel punto non mi rimaneva altro da fare che consigliare ai delegati SERAC di interrompere la loro visita e ripartire per Lagos.

IV GIORNO (Giovedì  12 febbraio 2009)

Il rientro dei delegati giovedì 12 febbraio 2009 ha coinciso con il guasto ai bulldozer che dovevano ultimare la distruzione degli edifici di  Abonnema Wharf Road prima di passare ad altre zone, quali Njemanze, Azikiwe, Ojoto e Iloabuchi, aree centrali di Port Harcourt

Tuttavia ci sono forti sentori che il Governo dello Stato abbia ordinato altri bulldozer che continueranno l’opera,  cominciando da dove gli altri si sono fermati, e che le demolizioni riprenderanno lunedì prossimo.

ESPANSIONE DELLE DEMOLIZIONI

Durante questa settimana, il Governo dello Stato ha annunciato la decisione di demolire tutte le costruzioni sul lungomare di Port Harcourt senza prendere in considerazione l’opzione di una sistemazione alternativa per i residenti. A questo scopo, una commissione ha già iniziato a contrassegnare le abitazioni da demolire nell’area. Il lungomare consta di più di 75.000 costruzioni con una popolazione stimata di 900.000 persone, circa due terzi della popolazione del centro di Port Harcourt. La cifra totale di queste persone, se aggiunta a quella degli abitanti a cui è già stata demolita la casa, porta il numero delle persone senza tetto a 1,2 milioni, ovvero più di un terzo della popolazione totale di Port Harcourt. In nessun luogo al mondo 1/3 della popolazione di una città è rimasto privo di casa senza una motivazione accettabile. Inoltre, la ragione per cui la popolazione di Port Harcourt è stata privata della casa non riguarda l’interesse comune, bensì il tornaconto privato del Governatore dello Stato, dei politici e degli uomini di affari a lui affiliati. Volendo concedere il beneficio del dubbio, una missione investigativa a Port Harcourt aiuterebbe a verificare i fatti.

Sulla base di quanto detto, ci rivolgiamo accoratamente  a UN-HABITAT, alle organizzazioni e alle agenzie dei donatori interessate, affinché diano uno sguardo alla difficile condizione dell’Unione Nazionale degli Inquilini e considerino i seguenti punti:

(1) Donare all’Unione fondi per pagare una sistemazione alternativa agli uffici, per continuare a sostenere il diritto alla casa in Nigeria. Gli uffici dell’Unione sono stati distrutti due giorni fa e il terreno è stato donato alla Silverbird Group of Companies Limited,  per poterci costruire un parco di divertimenti privato. Il tutto è stato fatto senza comunicarlo per tempo ed in maniera adeguata  e senza dare la possibilità di trasferirsi.

L’Unione ha impiegato tutte le sue risorse finanziarie per fronteggiare le demolizioni in corso ed è quindi rimasta senza fondi per affittare un altro ufficio. L’Unione non è finanziata da alcuna organizzazione o agenzia di donatori, ma ricava i propri fondi dai suoi membri, la maggior parte dei quali non ha più una casa o un lavoro, in seguito alle demolizioni di Port Harcourt.

Al momento, occorrono circa 900.000 naira (6.000 dollari statunitensi) all’anno per assicurarsi un contratto triennale per un appartamento di due stanze in cui sistemare gli uffici in Port Harcourt; si tratta di 300.000 naira (2,000 dollari statunitensi) l’anno, esclusi la tariffa dell’agenzia ed altri costi aggiuntivi.

(2) Assicurare che la già approvata missione AGFE di Port Harcourt venga rivista, per aiutare il SERAC ad indirizzare la questione non conforme verso un processo imparziale sulle demolizioni e ad incontrare le terze parti per aprire un canale per la negoziazione. Lo scopo è quello di ridare un alloggio a tutte le persone sfrattate con la forza e fare in modo che vengano seguite tutte le norme di legge durante le demolizioni future.

Le saremo riconoscenti, qualora l’appello venga preso immediatamente in considerazione.

C. W. ENWEFAH

Segretario Generale

UNIONE NAZIONALE DEGLI INQUILINI DELLA NIGERIA

Tel: +2348035088614