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Appello di Rio de Janeiro sugli sfratti forzati in Nigeria

Riconoscendo il ruolo dell’Unione Nazionale degli Inquilini della Nigerianella protezione del diritto alla casa, l’organizzazione è stata selezionata da UN-HABITAT per coordinare un networking event sull’innovazione urbana al quinto Forum Mondiale Urbano che si è tenuto dal 22 al 26 marzo 2010 a Rio de Janeiro.

Il titolo dell’evento organizzato dall’unione, Colmare la divisione urbana e la sfida degli sfratti forzati , è nato dal tema principale del quinto Forum Mondiale Urbano (WUF5) per evidenziare la fondamentale questione abitativa urbana in Nigeria e mobilitare l’opinione pubblica per capire come queste sfide possano essere affrontate in modo adeguato.

L’evento, organizzato in collaborazione con l’International Alliance of Inhabitants (IAI), ha contato con una grande partecipazione di esponenti politici, istituzionali e della società civile di tutto il mondo,ricevendo uno dei giudizi migliori del WUF5 in fatto di accettabilità e qualità delle presentazioni .

Il risultato, facilitato da un team di esperti costituito da alti funzionari del Governo Federale della Nigeria, UN-HABITAT e dalle Organizzazioni Non Governative (ONG) internazionali, è culminato in una serie di osservazioni sl Governo della Federazione Nigeriana, che hanno sottolineato:

1. che l’appello globale per colmare la divisione urbana è stato frainteso dal governo nigeriano come invito alla demolizione delle baraccopoli e allo sfratto forzato dei loro abitanti dalle città, con la pretesa di aprire la strada allo sviluppo di infrastrutture,, raramente attuato, comunque mirato a soddisfare i bisogni dei ricchi e non dei poveri.

2. che, riferendosi aal Rapporto della Missione di UN-HABITAT a Port Harcourt , la maggior parte degli sfratti forzati e delle demolizioni portate avanti in Nigeria raramente sono stati utili alla comunità, ma piuttosto indirizzati alla promozione di guadagni personali e interessi privati, che spesso hanno incluso l’uso di violenza militare contro gli abitanti senza riguardo per le vite umane; come nel caso del 2005, quando quattro abitanti di Abuja furono uccisi da colpi d’arma da fuoco dalla polizia e altri 800.000 rimasero senza tetto, e nel 2009, quando otto residenti di Port Harcourt furono uccisi dall’esercito, nove furono feriti gravemente dalle pallottole e centinaia di migliaia di famiglie furono sfrattate senza mai ricevere nessun aiuto.

3. che, usando gli sfratti e le demolizioni forzate avvenute a Port Harcourt come caso di studio, il governo nigeriano ha dimostrato mancanza di volontàpolitica di proteggere il diritto alla casa dei suoi cittadini e di trascurare o non riconoscere la casa come un fondamentale diritto umano di cui essi devono godere.

4. che gli sfratti forzati sono violazioni della legge internazionale, cioè della Carta Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli e dell’articolo 11 del Patto Internazionale sui Diritti Sociali, Economici e Culturali (PIDESC), in particolare dei Commenti Generali 4 e 7 che proibiscono gli sfratti senza una rilocazione adeguata e concordata. Le Osservazioni Conclusive dell'ONU hanno inoltre esortato il Governo della Nigeria a fermare immediatamente gli sfratti arbitrari di massa e a prendere provvedimenti per migliorare la situazione di coloro che sono soggetti a sfratti arbitrari o sono troppo poveri per permettersi un alloggio dignitoso.

Le raccomandazioni: fermare gli sfratti e organizzare il Forum Nigeriano per il Diritto alla Casa.

Il networking event, attraverso lo strumento del Comitato per le Raccomandazioni, ha poi riconosciuto le seguenti necessità:

1. che il Governo della Repubblica Federale della Nigeria:

riveda la questione degli sfratti forzati portati avanti nel 2005 dall’Amministrazione del Territorio della Capitale Federale e nel 2009 del Governo di Rivers State, durante i quali molte perone sono rimaste uccise o menomate, e assicuri che le vittime di questi sfratti siano debitamente ricompensate e che i responsabili degli omicidi siano condannati; assicuri inoltre che sia trovata una soluzione per la situazione di tutte le vittime; e che proclami, dove gli sfratti sono assolutamente inevitabili, la necessità di rispettare l'articolo 11(1) del PIDESC e i Commenti Generali 4 e 7, e di abolire incondizionatamente l’uso delle forze militari o di poliziotti armati durante questi sfratti.

2. che l'Assemblea Nazionale della Repubblica Federale della Nigeria:

rettifichi la Legge sull’utilizzo del Territorio per rendere reato il fatto che un pubblico ufficiale ordini l’acquisizione forzata di qualsiasi proprietà per qualunque scopo diverso da quello di interesse o necessità pubblica, e autorizzi la Commissione Nazionale sui Diritti Umani ad indagare e denunciare ogni pubblico ufficiale che, per guadagno o interesse personale, abbia ordinato l’acquisizione forzata di una proprietà o l’uso della forza per sfrattare o allontanare una persona o i suoi effetti personali dalla proprietà.

3. che la Comunità internazionale, i Partner e le Agenzie per lo Sviluppo:

indaghino, prima di cancellare ogni debito estero o partecipare a progetti o a partnership con qualunque livello di governo , sulla posizione di questultimo rispetto al diritto alla casa, e annullino i rapporti con governi le cui politiche promuovano sfratti forzati contrari alla legge o che ostacolino la realizzazione degli Obbiettivi di Sviluppo del Millennio. Si richiede inoltre che sia tolto il supporto per lo sviluppo al governo di Rivers State finché a tutte le vittime degli sfratti forzati messi in atto a Port Hacourt non sarà assegnata una nuova abitazione e sarà versato un adeguato risarcimento a coloro che hanno perso il loro potenziale reddituale, la loro proprietà , parenti stretti o che sono stati feriti durante gli sfratti forzati.

4. che l’International Alliance of Inhabitants (IAI)

promuova una missione in Nigeria per guidare forum urbani sulla casa, basati sulla società civile, che seguiranno l’attuazione delle raccomandazioni qui citate e per facilitare, insieme all’Unione Nazionale degli Inquilini della Nigeria, una convention nazionale per la casa come programma cardine per sottolineare le sfide per ottenere alloggi adeguati, e come queste sfide possano essere affrontate in modo adeguato.

Le ONG, CSO (Organizzazioni della Società Civile) o CBO (Organizzazioni basate sulla Comunità) internazionali possono ratificare le Osservazioni e Raccomandazioni contenute in questo Rapporto dal 15 maggio 2010 sul sito: www.habitants.org oppure mandando un e-mail a: info.nutn@yahoo.com

Riferimenti geografici


I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono:

Lavinia Lunghi, Paola Chiado

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