Missione dei movimenti e reti sociali ad Haiti, gennaio 2010
Una missione di 15 rappresentanti di organizzazioni sociali domenicane e delle reti internazionali è stata a Port-au-Prince, Haiti, dal 21 al 23 gennaio, contattando e appoggiando le organizzazioni sociali della società civile, i leader di Haiti e le attività che sono state sviluppate durante la situazione post-terremoto, da “popolo a popolo”.
Pedro Franco, IAI
La parola alle organizzazioni Haitiane:
“Durante i primi tre giorni del terremoto abbiamo potuto verificare che la popolazione ha organizzato, senza risorse e nella più drammatica desolazione, la assistenza ai feriti, la organizzazzione degli accampamenti e la provvista delel cose più elementari, come l'acqua, medicine e cibo. Senza che apparissero attai violenti, la poolazione ha aiutato più di mezzo milione di persone di terremotati (...) . Noi, come abitanti della città, come contadini è la prima volta che vediamo un disastro di queste dimensioni. Non ci fu nessuna previsione nonostante la catastrofe annunciata sul paese, se ci fosse stata una minima pianificazione e sensibilizzazione avremmo potuto evitare tante perdite umane. La popolazione da martedì 12 gennaio è traumatizzata, morirono migliaia e migliaia di persone. È una catastrofe nazionale poiché quasi ogni famiglia ha almeno un parente che vive nella capitale. Colpì anche le zone rurali per il crollo di case come per esempio nel sud-est (Jacmel); Croix des bouquets; Kenscoff; Arcahaie; la Ferriere (Plateau Central); Sarazin (Mirbalais). La popolazione vive nella paura di restare fuori e anche di stare dentro le case, sono fuori senza tende con le loro famiglie rimaste senza nulla, in attesa di aiuto, senza sapere quando arriverà, nonostante venga annunciato e promosso a livello internazionale...
La capitale è una città fatta per 250 mila persone non per 2 milioni, c’è una sola università e si trova a Port-au-Prince, dove è concentrato tutto.
Ci sono problemi psicologici di grandi dimensioni, tantissime persone di tutte le età che vivono per strada con seri problemi psicologici dopo aver perso i propri familiari e anche tutti i loro beni.
A tutto questo s’aggiungono, oltre la catastrofe, i nordamericani che approfittano della situazione per disporre le loro truppe occupando i punti strategici, cosa che vediamo come una lesione alla sovranità del paese ...
Il trasferimento delle persone verso le province aumenta una miseria già presente...
L’urgenza e la distribuzione degli aiuti, si concentra fondamentalmente nella capitale, nonostante la popolazione ancora non abbia ricevuto quasi nulla, e nella logica operativa si dimenticano delle province.
Lavorare nell’emergenza, in una dimensione nazionale, e definire un piano strategico per la ricostruzione partecipativa in un processo di dibattito è molto importante…Attualmente siamo nella fase d’emergenza umanitaria e successivamente passeremo alle fasi di costruzione e consolidamento. É possibile che si confronteranno due visioni, una dei governi e delle istituzioni internazionali per una ricostruzione per la speculazione immobiliare e una visione popolare che propenderà per una ricostruzione partecipativa, senza debiti esterni...
Da “popolo a popolo”
La nostra Missione entrò in contatto con le iniziative fatte partire da PAPDA e altre 6 organizzazioni durante la fase post terremoto e ha contribuito al raggruppamento di un buona parte delle organizzazioni sociali di Haiti, dotandole di un generatore elettrico, aiuti logistici e risorse minime per aumentare l’operatività, contribuendo così al consolidamento delle iniziative post terremoto attivate dalla “Plataforma Haitiana por el Desarrollo Alternativo (PAPDA)” e le 6 organizzazioni, ora ampliata con il Movimiento Campesino de Papay (MPP), TETKOLE e altre 20 organizzazioni. Si sono costituite in un Coordinamento Generale per l’emergenza e la ricostruzione partecipativa, raggruppando anche diversi settori ( Ong, contadine, sindacali, delle donne, giovanili, dei Diritti Umani, di quartiere) con una sede come centro unitario operativo e due centri di salute per i terremotati.
La Missione ha potuto dare un giudizio obiettivo sulle dimensioni della catastrofe, l’”invisibilità dei cosiddetti aiuti umanitari”, così come sulle paure che la “ricostruzione” possa basarsi su un progetto di speculazione immobiliare e si risolva indebitando ancora di più Haiti, o addirittura non venga mai realizzata come è successo con gli annunciati aiuti dei governi del nord e della comunità internazionale, mentre non si rispettava la sovranità e la dignità nazionale.
Sono stati allacciati contatti con le organizzazioni haitiane, domenicane e le reti internazionali per canalizzare le solidarietà da ” popolo a popolo”
La misión era formata dalle reti internazionali International Alliance of Inhabitants (IAI), Via Campesina, Jubileo Sur, Grito de los Excluidos, Asamblea de los Pueblos del Caribe y Veterinarios Sin Fronteras; i raggruppamenti e le organizzazioni domenicane Campaña de Solidaridad con Cuba, Unidad del Pueblo, Comité de Solidaridad Con Haiti Nuevo Amanecer, Campaña Cero Desalojos; organizaciones dominicanas Confederación de Mujeres Campesinas, CONAMUCA, Cooperativa de Vivienda (COOPHABITAT), Confederación de Trabajadores Unitarios (CNUS), Foro Social Alternativo (FSA), Movimiento de Trabajadores Independientes (MTI), Articulación Nacional Campesina (ANC), Federación de Productores de Café (FEDERARE), Bloque de Productores del Bosque Seco, Cooperativa Unión Integral.
Accordi e impegni raggiunti:
Le organizzazioni domenicane:
- Accordarsi con la Universidad Autónoma de Santo Domingo e le università private per ottenere esenzioni e aiutare gli studenti che hanno perso i loro parenti o sono stati pesantemente colpiti dai danni causati dal terremoto.
- Sollecitare il Governo Domenicano affinché mantenga aperta la frontiera per facilitare gli aiuti d’emergenza umanitaria e affinché, con il suo aiuto al Governo Haitiano mediante trattori, semi e altri incentivi per l’agricoltura, discuta anche della possibile partecipazione delle organizzazioni contadine haitiane.
- Accordarsi con la Piattaforma Aiuto a Haiti, per stabilire la comunicazione con il “ Coordinamento delle Organizzazioni di Haiti”, in modo che una parte degli aiuti raccolti sia canalizzata direttamente.
Le organizzazioni haitiane:
- Aumentare il lavoro coordinato nella situazione d’emergenza che vive il paese, con attenzione speciale alle persone ferite o che hanno subito danni di vario genere, per cui si richiede l’appoggio e la solidarietà internazionale ”da popolo a popolo”…
- Aiutare le persone colpite con prodotti alimentari, vestiti, tende, medicine, sapone, facilitare l’estrazione e la purificazione dell’acqua potabile.
- Pensare una ricostruzione con un asse di decentralizzazione dopo la fase umanitaria
- Preparare un piano di produzione nazionale.
- Definire una strategia per la ricostruzione partecipativa pensata con la collaborazione dei terremotati e della popolazione haitiana.
- Realizzare una mappatura dei quartieri popolari di Port-au-Prince che permetta di definire chiaramente le zone più colpite dove canalizzare l’appoggio.
- Definire commissioni di lavoro per il Coordinamento, consolidare e aumentare i centri di attenzione alla popolazione terremotata
- Realizzare un incontro delle organizzazioni contadine, convocato dai membri di Via Campesina a Haiti, prima del successivo incontro o assemblea del Coordinamento
- Realizzare entro 15 giorni un ampio incontro del Coordinamento, integrando nuovi settori del suddetto Coordinamento
Impegni reciproci:
- Stabilire un interscambio e una comunicazione permanente tra le organizzazioni.
- Realizzare entro un mese un Incontro Binazionale.
Conclusioni:
- Comunicare al “Coordinamento delle Organizzazioni Sociali di Haiti” la disponibilità delle organizzazioni domenicane a : inviare gruppi di volontari a lavorare nell’attuale periodo d’emergenza insieme ai suoi membri contribuendo all’organizzazione dei terremotati per realizzare i servizi che si stanno offrendo con la sua attiva partecipazione.
- Sollecitare le reti internazionali:
- fare pressione sulla Comunità Internazionale e i paesi del nord affinché si impegnino alla ricostruzione di Haiti con le persone, in maniera partecipativa, senza indebitare il paese e senza ledere la sua sovranità. Una ricostruzione che sia per il popolo e non per la speculazione immobiliare.
Contribuire affinché gli aiuti della cooperazione internazionale decentralizzata, per lo sviluppo, canalizzi i fondi direttamente alle organizzazioni del popolo haitiano (e alle autorità locali che condividono questo approccio) per una costruzione partecipativa senza il trasferimento forzato degli abitanti.
3. Sollecitare la Piattaforma Domenicana “Aiuto a Haiti” per:
stabilire un canale di comunicazione permanente con il Coordinamento delle Organizzazioni haitiane e considerarle nel momento in cui verranno distribuiti gli aiuti ricevuti.
4. L’accordo è di convocare un incontro con i movimenti sociali per condividere il rapporto della Missione. Anche un incontro con i professionisti, gli studenti e i giovani haitiani residenti nel paese.
Centro Operativo Provvisorio delle Organizzazioni Haitiane
Canape Vert - Rue Fernand - Impasse Gabriel No 6, Porto Príncipe
Telefono d’emergenza: Camille Chalmers:
Cellulare : +509 3837 1899 / +509 3461 1455
Confederación de Mujeres del Campo (CONAMUCA)
Cooperativa de Producción Social de la Vivienda y el Hábitat, COOPHABITAT
Confederación Nacional de Unidad Sindical, CNUS
Articulación Nacional Campesina, ANC
Foro Social Alternativo
Campaña Cero Desalojos
Campaña de Solidaridad con Cuba
Unidad del Pueblo
Movimiento de Trabajadores Independientes, MTI
Comité de Solidaridad con Haiti, Nuevo Amanecer
Cooperativa Unión Integral
Federación de Productores de Café, FEDECARE
Bloque de Productores del Bosque Seco
Veterinarios Sin Fronteras
Asamblea de los Pueblos del Caribe, APC
Alianza Internacional de Habitantes, AIH
Vía Campesina – CLOC
Jubileo Sur
Grito de los Excluidos