L’Italia deve urgentemente proteggere dallo sfruttamento i lavoratori migranti sfrattati, affermano gli esperti in diritto delle Nazioni Unite
GINEVRA (13 marzo 2019) – L’Italia deve agire urgentemente al fine di proteggere centinaia di lavoratori migranti sfrattati da un insediamento informale in Calabria, affermano gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite*.
L’insediamento informale di San Ferdinando, che ospitava circa 2.000 persone, è stato sgomberato dalle autorità tra il 6 e l’8 marzo.
“Non v’è dubbio che le condizioni non fossero conformi agli standard dei diritti umani, erano terribili e assolutamente insostenibili, ma siamo seriamente preoccupati per l’assenza di adeguate alternative per le persone che vivevano nell’insediamento informale”, hanno dichiarato gli esperti.
“Le autorità hanno mancato di verificare tutte le opzioni alternative possibili per evitare gli sfratti, come prescritto dalla legge Internazionale sui Diritti Umani.
Lo sfratto forzato ha incrementato sensibilmente la pressione sulle donne e uomini migranti, che provengono perlopiù dall’Africa subsahariana, e che ora stanno affrontano difficoltà ancora maggiori”.
La maggior parte dei residenti nel campo lavorava negli aranceti vicini. Centinaia di loro sono andati via all’inizio di marzo, dopo essere stati informati dell’imminente evacuazione.
Alcuni dei residenti sotto “protezione umanitaria” sono stati trasferiti in una tendopoli organizzata sul posto dalle autorità di San Ferdinando. Ciò tuttavia ha portato a un sovraffollamento, con circa tra le 800 e le 900 persone che attualmente vivono lì.
Circa altri 200 sono stati trasferiti in strutture ricettive alternative, ma è stato riferito che un numero simile non ha un posto dove stare a causa del fatto che la loro situazione resta “irregolare”, mentre il loro status legale è ancora sotto esame.
“Siamo seriamente preoccupati per il destino delle oltre 200 donne migranti che vivevano nell’accampamento informale prima dello sfratto, perché non è chiaro cosa sia successo loro”, hanno dichiarato gli esperti.
“Trasferire i lavoratori migranti nelle tende non è una soluzione adeguata e sostenibile. Gli sfratti che lasciano le persone senza casa o in condizioni abitative oltremodo inadeguate, sono considerati sfratti forzati dalla legge Internazionale sui Diritti Umani e costituiscono una grave violazione dei diritti umani”.
Gli insediamenti informali dovrebbero preferibilmente essere migliorati in situ, ma laddove non sia possibile, i residenti dovrebbero essere trasferiti in abitazioni alternative adeguate che siano più vicine possibile al luogo in cui vivevano prima, come ha affermato il Relatore Speciale sul diritto ad un’abitazione adeguata.
Gli esperti delle Nazioni Unite hanno sollecitato il Governo italiano ad assicurare la protezione di tutti i migranti, indipendentemente dal loro status, così come l’accesso ad un’abitazione adeguata, ai servizi igienici e all’assistenza sanitaria.
“Privandoli in maniera deliberata dei mezzi di sostentamento e della loro dignità, li si abbandona a un rischio considerevolmente maggiore di cadere prede dei criminali che cercano di sfruttarli”, hanno dichiarato gli esperti delle Nazioni Unite.
Nel dicembre del 2018, l’Italia ha adottato una nuova legge restrittiva sull’immigrazione e la sicurezza. Di conseguenza, molti migranti sono stati lasciati in una situazione irregolare che li marginalizza e incrementa la loro vulnerabilità allo sfruttamento lavorativo e sessuale.
Una degli esperti delle Nazioni Unite, Urmila Bhoola, ha visitato l’Italia nell’ottobre del 2018 per valutare la situazione dei migranti soggetti allo sfruttamento lavorativo nell’ambito dell’agricoltura locale. Ha avuto l’occasione di visitare sia l’insediamento informale di San Ferdinando che la nuova tendopoli vicina, e presenterà ciò che ha scoperto nel corso della sua visita al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a settembre 2019.
Gli esperti delle Nazioni Unite restano a disposizione per offrire consigli su come proteggere al meglio i diritti dei lavoratori migranti in Italia.
(*)Gli esperti delle Nazioni Unite: Ms Urmila Bhoola (Sud Africa), Special Rapporteur on contemporary forms of slavery, including its causes and consequences , Ms Leilani Farha (Canada) , Special Rapporteur on adequate housing and Mr. Felipe Gonzalez Morales (Cile), Special Rapporteur on the rights of migrants .
I Relatori Speciali sono parte di quanto è noto come le Procedure Speciali del Consiglio per i Diritti Umani. Le Procedure speciali, il corpo più vasto di esperti indipendenti facenti parte del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, è il nome generico utilizzato per indicare i meccanismi indipendenti del Consiglio aventi mandato di condurre ricerche, monitorare e riferire sia in merito a situazioni di paesi specifici che a problemi tematici in ogni parte del mondo. Gli esperti delle Procedure Speciali lavorano su base volontaria; non fanno parte dello staff delle Nazioni Unite e non percepiscono un salario per il loro lavoro. Sono indipendenti da qualsiasi governo od organizzazione ed esercitano le loro funzioni a titolo personale.
Il(la) Traduttore(trice) Volontario(a) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che ha collaborato con la traduzione di questo testo è