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Campagna Sfratti Zero

Verso le prime Assise per il diritto alla casa in Tunisia

In risposta ad un primo appello lanciato all'indomani dell'Assemblea Mondiale degli Abitanti, è stato costituito un Comitato direttivo al fine di s tenere le prime Assise del Diritto alla casa in occasione delle Giornate Mondiali Sfratti Zero - per il Diritto ad abitare, previste per ottobre. Vi invitiamo a firmare la petizione e a partecipare alle riunioni regionali preparatorie. L'obiettivo è di fare della casa una priorità nazionale grazie alla voce degli abitanti e di altri soggetti coinvolti.

Il diritto alla casa per tutte e per tutti, un obbligo legale anche per la Tunisia

Il diritto ad un'abitazione decente è incontestabilmente uno degli elementi più importanti per un tenore di vita sufficiente , trattandosi di un diritto f in linea con il rispetto della dignità umana. Per garantire un alloggio al maggior numero di persone possibile, i legislatori hanno tentato di permettere l'accesso alla proprietà immobiliare alle fasce meno abbienti della popolazione. Tuttavia, ci si potrebbe chiedere se quegli stessi legislatori garantiscano buone condizioni di alloggio o il miglioramento della situazione attuale agli individui più svantaggiati, o se invece favoriscano prima di tutto una classe media scrupolosa preoccupata e desiderosa di accedere alla proprietà immobiliare.

Il Diritto alla casa è sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948 come un elemento del diritto ad un tenore di vita sufficiente allo stesso titolo all'alimentazione, al vestiario, alle cure mediche e ai servizi sociali necessari. Tale diritto è sancito inoltre dal Patto Internazionale Sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (PIDESC) del 16 dicembre 1966, da cui è ispirato il concetto e che è stato ratificato dalla Tunisia nel 1969. Fornisce quindi delle chiare indicazioni riguardo alle misure necessarie per garantire la conformità tra l'ordinamento giuridico interno e gli obblighi internazionali del paese. Non va dimenticato né ignorato che durante le rivolte, ampie categorie della popolazione tunisina hanno espresso importanti rivendicazioni in materia di giustizia economica, sociale e culturale. Garantire e salvaguardare nell'ordinamento pubblico interno i diritti economici, sociali e culturali  in quanto diritti sanciti dal diritto internazionale dei diritti umani, a parità di importanza con i diritti civili e politici, sarà essenziale per rispondere alle aspirazioni profonde delle tunisine e dei tunisini e, in particolare, degli individui e dei gruppi più emarginati.

Di conseguenza, questa ratifica impone degli obblighi a tutti i poteri dello Stato e a tutti i livelli del governo: esecutivo, legislativo, giudiziario così come a livello locale e centrale. Spetta dunque alle autorità pubbliche prendere le misure legislative, politiche, amministrative, di bilancio, educative e altro, necessarie a rispettare e salvaguardare l'attuazione dei Diritti Umani.

Inoltre, in quanto membro dell'Onu e avendo ratificato la maggior parte dei trattati sui Diritti Umani, la Tunisia si è impegnata a rispettare i principi fondamentali dei diritti umani, ossia l'universalità, l'indivisibilità, l'interdipendenza e l'interrelazione dei diritti umani.

Purtroppo, il governo attuale non solo nega qualsiasi intervento a sostegno di questa priorità per il popolo, ma intende cancellare qualsiasi riferimento ai Diritti Umani universali dalla prossima costituzione del paese.

Le Assise del diritto ad un'abitazione decente punteranno, oltre che a testimoniare la situazione di precarietà vissuta da alcune fasce in crescita della popolazionei, anche a ribadire che il PIDESC è la fonte principale di obblighi e che la dottrina e la giurisprudenza del CDESC costituiscono il quadro interpretativo facente testo per i DESC.

In virtù di questi trattati internazionali, gli individui hanno diritto a presentare un ricorso efficace e pienamente accessibile al fine di poter rivendicare i loro diritti, ottenendo restituzione, indennizzo, riabilitazione, soddisfazione o garanzie di non ripetizione per i danni subiti. Tuttavia, questi non possono essere messi in atto dai tribunali ma necessitano l'introduzione di politiche e programmi pubblici.

Uno degli obiettivi delle Assise è riportare l'attenzione sulla necessità e l'importanza fondamentale dell'attività dello Stato per la salvaguardia dei principi fondamentali dei diritti umani, che dovrà essere tenuta in conto dalle autorità tunisine. La Costituzione dovrà stabilire le norme e i meccanismi fondamentali che permettano di assicurare il rispetto di tali principi, in particolare l'obbligo di rendicontazione nella più totale trasparenza.

Dégage! Come la società civile continua la rivoluzione della dignità

Da più di due anni in Tunisia è in atto una rivoluzione, scatenata dal sollevamento popolare del 17 dicembre 2010, che rivendica il lavoro, la libertà e la dignità patriottica. Due anni dopo, la rivoluzione tunisina sembra sospesa sul filo dei discorsi politici che dovrebbero teoricamente decidere il futuro del paese. Nonostante la questione delle libertà resti essenziale, l'aspetto sociale resta in assoluto la prima priorità dei sit-in, delle marce e delle manifestazioni organizzate da allora dalla società civile. Non da ultimo il sit-in "Dégage", in atto da più di un mese per reclamare le dimissioni del Governo e dell'Assemblea costituente, accusati di non aver dato seguito alle richieste legittime di un popolo intero. Alla guida del sit-in, la popolazione delle regioni marginali e sempre ignorate.

Una rivoluzione sfigurata da politiche che sono causa della disoccupazione e del problema dei senzatetto

Le regioni marinali emarginate sprofondano nella povertà e nel precariato, con un tasso di disoccupazione in continuo aumento. In data 20 agosto 2013, il tasso di disoccupazione rimane elevato, secondo l'Institut National de la Statistique, che non esclude un aumento del 4%, con 3 100  nuovi disoccupati tra i giovani diplomati rispetto all'anno scorso e un tasso del 26,9 % tra la popolazione femminile, dovuto alla politica discriminatoria operata dal Governo, dai poteri pubblici e dagli enti privati.

Con la disoccupazione diventa impossibile provvedere alle necessità fondamentali e garantire un alloggio decente e si viene a creare una situazione precaria che può anche sfociare nella perdita della casa, mentre il governo rimane indifferente.

Alcuni dati recensivano, nell'aprile del 2013, 4 000 bambini senza tetto che vivono per strada, per parlare solo dei bambini.

Non era mai successo che una rivoluzione venisse sfigurata  in questo modo. Quella che era la rivoluzione per la dignità di un popolo, purtroppo sta prendendo le sembianze di un insulto alla dignità e alla coscienza umana ed è ridotta oggi a miseria e malessere. Una rivoluzione vergognosa nei confronti dei morti e dei feriti, poiché svuotata di ogni sostanza.

La Tunisia, terra dalla storia plurimillenaria, viene adesso saccheggiata del suo patrimonio, della sua memoria storica, culturale, sociale, politica e della sua civiltà.

Il perché e il come delle Assise del diritto alla casa decente

In questo panorama, la società civile ha fatto un passo importante. Nell'attesa di proposte concrete, crescono i problemi legati alla precarietà abitativa, all'emergenza dei senzatetto - che comporta gravi violazioni dei diritti umani universali, in particolare dell'art. 11 del PIDESC - alla crisi economica e alla speculazione immobiliare, che provocano l'indebitamento delle famiglie, la riduzione della classe media, che giorno dopo giorno cade nella povertà, e lo spostamento delle famiglie verso quartieri precari e spontanei in periferia. È stato deciso di organizzare per la prima volta nel paese le Assise per il diritto ad un'abitazione decente, nel contesto delle Giornate Mondiali Sfratti Zero - per il Diritto ad Abitare, che si terranno a ottobre.

Per questi motivi, un Comitato direttivo delle Assise è stato costituito il 14 agosto 2013, in seguito al notevole interesse dimostrato da numerosi membri della società civile tunisina, da persone singole e da organizzazioni locali, regionali, nazionali, della regione del Magreb e internazionali.

Delle commissioni di lavoro hanno redatto un programma preciso, le cui prime fasi sono la raccolta di firme per la petizione e l'organizzazione di riunioni regionali preparatorie.

L'obiettivo è di fare del diritto alla casa una priorità nazionale grazie alla voce e alle proposte degli abitanti e di altre persone coinvolte. Vogliamo gettare le fondamenta per lo scambio e l'acquisizione degli strumenti necessari ad un lavoro efficace sul campo; intendiamo predisporre le basi di una rete nazionale sul tema dell'abitazione decente, capace di mobilitare i diretti interessati; miriamo, infine, a rinforzare il gruppo promotore dell'Alleanza magrebina degli abitanti e aprire gli orizzonti sul piano internazionale grazie al sostegno e l'appoggio dell'IAI e delle numerose reti associate, come quella di Raquel Rolnik, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per il diritto alla casa, che ha aderito immediatamente a questa iniziativa.

Tutti sono quindi invitati a firmare la petizione al fine di coinvolgere il maggior numero di persone nel sostegno delle Assise.

Riferimenti geografici


I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono:

Mary Sue Giachetti, Sabrina Bruna

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