Istanbul: diritti umani sfrattati
In una bella area verde in mezzo agli altissimi palazzi del comune di Atasehir, le tende della comunità rom di Kucukbakkalkoy sono state demolite a luglio, lasciando la popolazione per strada, senza alcun riguardo per bambini, donne, anziani e persino malati.
Tarlabasi, Fener, Balat, Ayvansaray, Yenikapi, Kumkapi, Tozkoparan, Derbent, Bedreddin…. quale sarà il prossimo?!
Alla fine, l’agenda urbana neoliberale ha raggiunto anche Istanbul! Le ambizioni e le attese delle autorità di trasformare la città in una ”città globale” mostrano il duro impatto sulle vite e i mezzi di sostentamento delle comunità che sono sfrattate o i attesa di sfratto forzato.
Il settore industriale cittadino basato sulle fabbriche perde di importanza di fronte ad altri settori come il turismo, la finanza e i servizi, visto che la città si sta preparando a diventare una città di prima classe per una popolazione con reddito elevato. Di conseguenza, non c’è più un gran bisogno di lavoratori e questa svolta politica è più evidente negli spazi vitali dei poveri urbani.
Gli insediamenti di Gecekondu e i quartieri storici del centro (bollati come aree di degrado e rovina), che sono stati abitati dalla forza lavoro, sono stati demoliti e consegnati nelle mani di promotori immobiliari come aree d’investimento per progetti più importanti. La legislazione dell’era precedente, che enfatizzava “inclusione”, “miglioramento” o “offerta di alloggi a basso costo” per gruppi di Gecekondu a basso reddito, è stata rimpiazzata da politiche di trasformazione urbana.
Mentre i ricordi delle demolizioni e degli sgomberi di Ayazma e Sulukule sono ancora vivi, con le comunità che affrontano una miriade di violazioni dei diritti umani durante e dopo gli sfratti, purtroppo anche un numero considerevole di quartieri è minacciato ed in attesa di sfratti forzati.
In una bella area verde in mezzo agli altissimi palazzi del comune di Atasehir, le tende della comunità rom di Kucukbakkalkoy sono state demolite a luglio, lasciando la popolazione per strada senza alcun riguardo per bambini, donne, anziani e persino malati.
Un vecchio malato è stato lasciato in strada con la bombola di ossigeno (foto 1).
Un rom di Kucukbakkalkov ha fatto un appello alla stampa subito dopo la demolizione e chiede il rispetto del diritto alla casa e a un rifugio (foto 2).
Le minacce di demolizione sono continuate ad agosto, questa volta in un quartiere veramente storico, Toklu Dede di Ayvansaray. Gli inquilini del quartiere (per la maggior parte anziani e pensionati) che possono solo permettersi soltanto affitti bassi, hanno iniziato a preoccuparsi seriamente per il loro futuro (foto 3).
Dall’altro lato, tutti i residenti della zona possiedono titoli di proprietà; per ora, secondo la legge 5366, posseder un titolo di proprietà non fa differenza, perché l'autorità competente ha il potere di espropriazione. La legge è una chiara violazione dei diritti di proprietà.
Uno dei proprietari, non potendo resistere alla pressione, si è suicidato:
http://evrensel.net/news.php?id=13355
http://player.vimeo.com/video/28904380?title=0&byline=0&portrait=0
Anche i residenti di Toklu Dede hanno fatto un appello alla stampa, a cui hanno partecipato attivisti, accademici e Melda Onur, il deputato dell’opposizione della zona (foto 4)
Mentre a Istanbul non solo i diritti alla casa ma tutti i diritti umani sono stati sfrattati, non si può evitare di domandarsi: Tarlabasi, Fener, Balat, Ayvansaray,Yenikapi,Kumkapi,Tozkoparan, Derbent, Bedreddin…quale sarà il prossimo?!
Riferimenti geografici
I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono: